La trasparenza sull’export delle armi e sulle banche armate è sotto attacco: difendiamola!

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armi

Foto di Mike da Pexels

Il Senato ha approvato in aula il 21 febbraio 2024 il disegno di legge che mira a cancellare i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni.

Con una fretta inconsueta e degna di miglior causa e approfittando della distrazione della stampa e dell’opinione pubblica, il disegno di legge è stato approvato in tempi record prima in commissione e poi in aula al Senato, dove sono stati bocciati tutti gli emendamenti che tentavano di mitigare gli effetti più nefasti del disegno di legge in esame.

Il provvedimento è ora all’esame della Camera. Sarà esaminato prima dalle commissioni riunite Esteri e Difesa e si prevede che arriverà in aula a maggio: chiediamo ai deputati di approvare modifiche alla norma per ripristinare il controllo del Parlamento sull’export di armi e sulle banche che fanno affari con tali operazioni.

L’importanza della legge 185/1990

La legge 185/1990 sull’export di armi – che ora si vuole smantellare in nome della rapidità nelle operazioni militari e della sburocratizzazione – poneva l’Italia all’avanguardia, con una forte attenzione verso il rispetto delle convenzioni internazionali specialmente per quanto riguarda le vendite a Paesi in conflitto o che violano i diritti umani, e imponeva alle banche di rendere noti al Parlamento i finanziamenti e i servizi che rendono tali operazioni possibili.

Banca Etica è nata 25 anni fa dall’impulso delle grandi reti della società civile italiana che in quegli anni si battevano anche per una finanza etica che rifiutasse di fare affari con chi produce strumenti di morte.

Per fermare lo svuotamento della Legge 185, un coordinamento composto da Gruppo Banca Etica, Rete Pace e Disarmo e Libera contro le Mafie insieme ad altre organizzazioni della società civile, tra cui molte realtà socie di riferimento di Banca Etica, chiedono di mobilitarsi per dire no all’approvazione definitiva delle modifiche che cancellerebbero ogni forma di trasparenza e di controllo da parte del Parlamento, dei cittadini e dei risparmiatori sugli affari delle industrie belliche e delle banche che le affiancano.

La mobilitazione per fermare gli affari che alimentano guerra e insicurezza

Non vogliamo rassegnarci al fatto che sia solo il profitto di pochi a dover guidare le scelte sull’export di armi e invitiamo tutte e tutti di agire al nostro fianco per fermare lo svuotamento della Legge 185/90.

Cosa puoi fare tu:

>> sottoscrivi la petizione popolare lanciata da Rete Pace Disarmo per fermare lo svuotamento della Legge 185/90 e chiedere un maggiore controllo sull’export di armi italiane

>> fai aderire la tua Organizzazione (Associazione, Sindacato, Parrocchia, Circolo,…) al documento di richieste della Rete (fai mandare l’adesione a operativo@retepacedisarmo.org trovi qui la lista aggiornata delle adesioni)

>>promuovi presso il tuo Comune l’adozione di una Mozione in difesa della Legge 185/90 e per lo stop ad una modifica normativa che favorirà esportazioni irresponsabili di armi, che alimentano guerra e insicurezza

>> contatta i Deputati della tua Circoscrizione, Provincia, Regione per evidenziare il grave pericolo che si profila all’orizzonte qualora venisse approvato il DDL, esprimendo il sostegno alle richieste di modifica avanzate da Rete Pace Disarmo con questa mobilitazione (qui la lista aggiornata dei Deputati che hanno espresso il loro sostegno alla nostra posizione, qui una bozza di lettera da utilizzare)

>> rilancia la nostra mobilitazione sui social media, in particolare facendo un “tag” ai profili social di Banca Etica, Rete Pace Disarmo, della Camera dei Deputati e dei partiti politici o parlamentari che ritieni più opportuno sollecitare

Bando aperto per ETICALL: la Summer School sulla finanza etica

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ETICALL Summer School Finanza Etica

È aperto il bando per ETICALL, la nostra Summer School!

 

È nata la prima Summer School del Gruppo Banca Etica.

Fondazione Finanza Etica ha organizzato 4 giorni tra i colli fiorentini per approfondire la finanza etica.
Un incontro collaborativo tra partecipanti e relatori per prendere decisioni finanziarie etiche e sostenibili.

ETICALL è una opportunità per un futuro finanziario etico, sostenibile e responsabile.

Il corso si svolgerà dal 20 al 23 giugno presso l’Aia Santa, nel Mugello, al costo di 70 euro, comprensivo di materiali formativi, vitto, alloggio in camerata o posto tenda.
Posti disponibili: 30.

SCOPRI IL BANDO E IL PROGRAMMA

Rapporto Finanza di Guerra e di Pace: l’analisi del coinvolgimento finanziario mondiale

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finanza pace

Hai già letto il nostro rapporto su Finanza di Guerra e Finanza di Pace?

 

Il mondo si trova a un bivio. Affrontiamo molteplici crisi globali, alcune accentuate da crescenti tensioni e conflitti in alcune regioni del mondo. Purtroppo, nell’ultimo anno il mondo è entrato in una fase ancora più pericolosa. Solo nel 2023 la spesa globale per la difesa è cresciuta del 9% raggiungendo la cifra record di 22 mila miliardi di dollari.

Le banche in particolare, e l’industria finanziaria in generale, non possono rimanere fuori da questo dibattito. Le banche non svolgono soltanto un ruolo di intermediazione finanziaria, ma sono agenti chiave di cambiamento. Le loro decisioni sull’allocazione delle risorse influenzano profondamente la società, l’economia e l’ambiente.

Con il rapporto Finanza per la Guerra. Finanza per la Pace. analizziamo come l’industria finanziaria sia coinvolta nella produzione e nel commercio di armi utilizzate in conflitti su vasta scala in tutto il mondo. E di come alcuni attori stanno gradualmente evitando di finanziare le armi, mentre molti grandi istituti finanziari traggono vantaggio dai conflitti globali.

 

LEGGI QUI IL RAPPORTO

 

Il rapporto è stato presentato durante l’annuale incontro della GABV, la rete mondiale delle banche eticamente orientate, che quest’anno si è svolto in Italia. In questo contesto è nato un Manifesto per la pace firmato da tutte le banche  presenti. Si chiama “Dichiarazione di Milano” e puoi leggerla qui.

Con il presidente Mattarella

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Incontro al Quirinale: Presidente Mattarella accoglie Banca Etica per il 25° anniversario

 

La scorsa settimana, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto al Quirinale la presidente Teresa Masciopinto e la delegazione di Banca Etica per celebrare il 25° anniversario della banca.

L’incontro è stato un momento emozionante di riconoscimento per il costante impegno nel mettere gli strumenti della finanza al servizio del bene comune.

Durante l’incontro, Masciopinto ha illustrato al Presidente Mattarella il lavoro della Fondazione riguardante l’educazione finanziaria, la ricerca e il disarmo.

Mattarella ha incoraggiato Banca Etica a mantenere il suo ruolo di stimolo nel sistema finanziario e nell’ascolto attivo dei risparmiatori.

Il Presidente ha sottolineato l’importanza di dare fiducia, notando che molti clienti di Banca Etica sono stati rifiutati da altre banche.

Ci ha anche spronati a continuare nell’opera di educazione critica alla finanza e nel dialogo con le Università, invito che accogliamo senza esitazione!

Ci sembra giusto condividere questa bella notizia con voi.

CALL TO ACTION: firmiamo la petizione per difendere la trasparenza sull’export di armi!

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call to action

Chiamiamo alla mobilitazione la società civile. Ciascuna persona è invitata a fare la propria parte.

 

Già a fine gennaio il Gruppo Banca Etica esprimeva preoccupazione esplicita per un disegno di legge che minaccia i meccanismi di controllo e trasparenza della legge 185/90 sull’export di armi italiane, cancellando la preziosa lista delle “banche armate”. Ciononostante alcune parti politiche insistono per procedere – e assai in fretta – in questa direzione.

Banca Etica – come nei giorni prima l’osservatorio Opal di Brescia e Rete italiana pace e disarmo – sarà ascoltata il 4 aprile in audizione dalle commissioni riunite di Esteri e Difesa della Camera, dove ribadirà le nostre ragioni di netta contrarietà alla proposta di modifica della legge (che potrebbe essere votata in aula già in maggio!). Una contrarietà che condivideremo coi media e in ogni sede opportuna.

Ma ciascuna persona è invitata a fare la propria parte per fermare – o almeno intralciare e rallentare – il provvedimento. E dunque, con le numerose organizzazioni coinvolte, molte delle quali appartenenti al movimento pacifista e al mondo laico e cattolico (Libera, Gruppo Abele, Acli, Oxfam, Movi…), chiamiamo alla mobilitazione la società civile.

 

Cosa possiamo fare?

1 firmare la petizione lanciata da Rete italiana Pace e Disarmo;

2 diffonderla tra chi conosciamo;

3 invitare altre organizzazioni a unirsi alla protesta.

Le organizzazioni che vogliono aderire possono scrivere una email a setti.fondazione@bancaetica.org (Barbara Setti di Fondazione Finanza Etica) in cui:

  • indicare in oggetto ADESIONE MOBILITAZIONI IN DIFESA DELLA LEGGE 185/90;
  • esplicitare la natura dell’organizzazione, le località su cui opera ed è radicata, un link di riferimento;
  • indicare contatti mail/telefono di un referente;
  • aggiungere una esplicita autorizzazione a ricevere via email all’indirizzo di posta elettronica da cui proviene il messaggio i prossimi aggiornamenti e comunicazioni sulle iniziative connesse alla campagna di mobilitazione sulla legge 185/90 e sulle attività di Fondazione Finanza Etica per promuovere la pace e il disarmo.

4 partecipare direttamente alle prossime iniziative digitali e sui territori, per costituire un cordone a difesa di una legge proposta dal basso e conquistata faticosamente, presidio di trasparenza, democrazia e pace.

Nuove frontiere della finanza etica: i Social Impact Bond

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Il contributo di Paola Ibrahim per comprendere il potenziale e il futuro degli investimenti a impatto sociale

 

29 tesi candidate per il premio Tesi di Laurea sulla finanza etica, giunto quest’anno alla sua sesta edizione.

 

Nel mondo in continua evoluzione della Finanza Etica, la tesi di Paola Ibrahim ha brillato per la sua prospettiva innovativa e la sua capacità di gettare nuova luce sui Social Impact Bond (SIB). Intitolata “Outcome-based Contract PPPS: un’opportunità d’investimento per sostenere l’innovazione sociale ed economica“, questa ricerca ha vinto il premio di Laurea sulla Finanza Etica “Antonio  Genovesi” per il suo contributo significativo alla comprensione e all’applicazione dei Social Impact Bond (SIB).

L’autrice ha proposto un modello di partnership pubblico-privata incentrato sul potenziale trasformativo dei SIB come meccanismo di finanziamento e fornitura dei servizi pubblici. Ciò che distingue questa tesi è l’approccio interdisciplinare che utilizza l’innovazione sociale come chiave di lettura per analizzare il ruolo cruciale dei SIB. La Commissione incaricata di valutare il lavoro ha elogiato l’autrice per aver delineato chiaramente come i SIB possano avere un impatto misurabile su questioni sociali complesse, promuovendo al contempo l’imprenditorialità e l’innovazione.  L’approccio stimolante della tesi mira a creare sinergie efficaci tra settore pubblico, attori finanziari e società civile.
Al di là di offrire una visione approfondita su un argomento complesso, la ricerca fornisce prospettive critiche che arricchiscono il dibattito sulla finanza etica e sul ruolo  dei SIB nella collaborazione tra pubblico e privato

 

Per la Commissione, la tesi di Paola Ibrahim evidenzia  l’importanza di esplorare nuove frontiere nella finanza etica per affrontare le sfide sociali ed economiche in modi innovativi e sostenibili. Il lavoro apre nuove prospettive sulla collaborazione tra pubblico e privato, dimostrando il potenziale dei SIB come strumento chiave per il progresso sociale.

Con questo premio per la sua tesi, Paola Ibrahim, laureata all’uUniversità degli Studi di Padova in Economia e diritto, riceve un contributo di 2.500 euro da Fondazione Finanza Etica.

 

Le due Menzioni Speciali

Francesca Villano, Università degli Studi di Trento, Corso di laurea in Management, imprenditorialità sociale, per la tesi Fondi Etici e investimenti sostenibili: confronto quanti-qualitativo sul risparmio gestito.
La commissione ha deciso di attribuire la menzione speciale per l’analisi precisa e dettagliata sulle qualità e differenze all’interno del panorama dei fondi ESG. Con strumenti semplici ma grande chiarezza espositiva e completezza delle informazioni, la tesi si rivela un prezioso strumento di analisi interna, per consentire un’analisi critica della proposta di fondi etici e quindi eventuali spunti di miglioramento, sulla base di un confronto con diffusi ETF.

Davide Pignata, Istituto Universitario Sophia/ Università Europea di Roma, Corso di laurea in Economics and Management, ha presentato un lavoro su Social Sustainability in Global Value Chains. Case study: Lithium and Cobalt Extraction for Electric Vehicles. Il testo hail pregio di analizza con grande chiarezza un tema di grande attualità e mette in luce alcune delle contraddizioni interne al necessario cambio di paradigma della mobilità, sottolineando che la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella sociale. La commissione ha inoltre valutato molto positivamente lo sforzo nel proporre policy guidelines rispetto al settore della mobilità sostenibile.

Le menzioni speciali prevedono un premio di testi di 750 euro cadauno.

 

Anche quest’anno la premiazione in diretta

In diretta zoom, davanti ai loro colleghi e alle loro colleghe, a Simone SIliani, direttore della Fondazione e a Fabio Moliterni e Irene Ghaleb, in rappresentanza del comitato scientifico, le persone ammesse alla short list hanno presentato il loro lavoro con uno speech di tre minuti ciascuno, prima della proclamazione in diretta della persona vincitrice.
Oltre al premio in denaro, saranno loro donati 5 azioni cadauno di Banca Etica, all’interno del progetto Fondo Giovani Azione Sospesa, presentato in diretta da Simona Spagna, Relazioni Associative di Banca Etica.

 

Le tesi premiate

Le tesi premiate saranno pubblicate nella collana “Antonio Genovesi” di Fondazione Finanza Etica a gennaio 2024.

 

Nuove frontiere della finanza etica: i Social Impact Bond @Karolina Grabowska/Pexels

545 mila euro per 11 imprese sociali nel Mezzogiorno

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sociale

 

Questi i risultati del bando di Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD

I programmi di sviluppo permetteranno di valorizzare i territori e creare impatto sociale positivo sulle comunità locali.

 

11 imprese sociali in ambito turistico del Sud Italia saranno sostenute complessivamente con 545 mila euro. Questi gli esiti del bando promosso da noi di Fondazione Finanza Etica e Fondazione CON IL SUD, per la valorizzazione del territorio e la promozione dell’impresa sociale in ambito turistico.
Il contributo economico deriva dall’erogazione liberale di Etica Sgr, che ha destinato una quota del suo fondo utili al sostegno di attività imprenditoriali in Italia meridionale.

L’iniziativa è un segnale positivo per il sostegno di imprese sociali che promuovono la crescita culturale e turistica dei territori del Mezzogiorno attraverso percorsi partecipati con le comunità locali.

 

“I risultati di questo bando testimoniano il potenziale della valorizzazione dei territori e dell’ impresa sociale nel Sud Italia, dimostrando che è possibile un cambiamento positivo e sostenibile attraverso l’azione concreta. Siamo orgogliosi di continuare a sostenere iniziative che promuovono l’inclusione sociale, l’innovazione e la valorizzazione del territorio”. Teresa Masciopinto, presidente di Fondazione Finanza Etica.

 

Gli ambiti considerati

Le attività sostenute spaziano dalla valorizzazione sociale di aree che subiscono la presenza della malavita organizzata, alla promozione di interventi mirati all’eco-sostenibilità del territorio, all’inclusione di giovani NEET (che non studiano, non lavorano e non sono in formazione), donne che hanno subito violenza e persone con disabilità di tipo fisico e/o cognitiva, anche attraverso il loro inserimento professionale. Saranno avviati un agricampeggio, un ostello artistico, servizi di ristorazione partecipata e cooking class, esperienze turistiche per conoscere meglio le api e saranno potenziati itinerari naturalistici, artistici, culturali e religiosi anche con il coinvolgimento della comunità locale.

 

“Sostenendo queste imprese puntiamo su una grande risorsa del nostro Sud, il turismo, come strumento di sviluppo e crescita dei territori, di integrazione lavorativa, di coesione sociale. Lo facciamo lavorando insieme a organizzazioni che condividono i nostri obiettivi: unendo le forze incrementiamo le risorse per progetti di sviluppo, ma non solo. Da questa collaborazione nasce anche un’occasione di confronto per acquisire e approfondire competenze e nuovi approcci per affrontare al meglio le numerose sfide sociali del Sud Italia”. Stefano Consiglio, Presidente della Fondazione CON IL SUD.

Le caratteristiche di chi ha vinto il bando

Le iniziative saranno così distribuite: 4 saranno avviate in Campania (province di Napoli, Caserta e Avellino), 3 in Sicilia (province di Palermo, Agrigento e Messina), 2 in Puglia (province di Lecce e Bari), 1 in Calabria (provincia di Cosenza) e Basilicata (provincia di Matera). Tra le 11 imprese sociali selezionate, 2 sono cooperative di comunità e 6 sono cooperative sociali. Un elemento degno di nota è che il 53% della governance di queste imprese è rappresentato da donne e il 38% da giovani under 35, la metà dei quali con meno di 29 anni.

 

“Oggi più che mai è fondamentale generare impatti positivi per la comunità, che rendano il sistema economico più prospero e inclusivo. La nostra identità come società di gestione del risparmio impegnata nella finanza etica ci porta a operare concretamente nell’economia. Siamo quindi felici di sostenere progetti che mettano al centro le persone e l’ambiente per rafforzare il tessuto economico e culturale dei territori in cui si trovano”. Luca Mattiazzi, Direttore Generale di Etica Sgr.

 

 

COP28: uno spartiacque nella lotta al cambiamento climatico

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COP28

Foto di Markus Spiske su Unsplash

 

Mancano trenta giorni all’avvio della ventottesima Conferenza delle Parti sul Clima (COP) sotto l’egida della UNFCCC, la Convenzione Quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici. La COP28 rappresenta una opportunità cruciale per fare il punto sulle azioni intraprese finora e rafforzare gli sforzi globali per limitare il riscaldamento globale. Perché proprio questa COP? Quest’anno in agenda troviamo il primo Global Stocktake sotto l’Accordo di Parigi, ovvero il primo processo di valutazione globale dei progressi raggiunti nel conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Una sorta di “tagliando” volto a monitorare gli sforzi di riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale e per valutare se gli obiettivi dell’Accordo di Parigi stiano per essere raggiunti. L’esito dipenderà dalla collaborazione internazionale e dagli sforzi congiunti dei paesi per affrontare il cambiamento climatico. 

 

Sfide Globali e Obiettivi Ambiziosi

Il mondo si prepara per la prima volta alle difficili domande: a che punto siamo? A cosa hanno portato le ultime sei COP? Questo evento globale è un evento di passaggio fondamentale nella continua corsa contro il tempo per affrontare il cambiamento climatico e ridurre le sue devastanti conseguenze. Quali sono le sfide e le opportunità che ci attendono?

La COP28 si svolge in un contesto in cui, forse per la prima volta, gli impatti del cambiamento climatico sono evidenti e preoccupanti agli occhi di tutti, con eventi meteorologici estremi, siccità, inondazioni e perdita di biodiversità che minacciano le comunità di tutto il mondo. L’obiettivo principale di questa conferenza è mostrare dove siamo e conseguentemente rafforzare e ampliare gli impegni degli Stati. 

Inoltre, è importante notare che la scelta di Sultan Ahmed Al Jaber come Presidente designato della COP28 può anche generare discussioni e critiche, visto il suo ruolo nella Abu Dhabi National Oil Company- Adnoc, l’azienda petrolifera statale. Molti hanno sottolineato la necessità di una leadership ecologica più ambiziosa, mentre altri hanno espresso preoccupazioni legate a risultati annacquati o alla trasparenza nella preparazione e nella gestione della COP28.

Le critiche o le valutazioni sulla sua presidenza designata possono variare in base alle prospettive e agli obiettivi dei vari attori coinvolti nella lotta al cambiamento climatico. Tuttavia, Ahmed Al Jaber ha un ruolo importante da svolgere nella guida della COP28 e nell’orientare il suo successo nel raggiungere obiettivi climatici globali cruciali.

 

La Voce dell’Unione Europea

L’Unione Europea è un attore chiave in questa conferenza. Con il suo Green Deal e l’impegno a diventare il primo continente a emissioni zero entro il 2050, l’UE sta dimostrando una leadership nella lotta contro il cambiamento climatico. La COP28 rappresenta una occasione per l’UE di influenzare gli accordi globali e promuovere una transizione verso una economia verde e sostenibile. Ecco perché la Commissione Europea riunirà gli Ambasciatori del Patto per il clima (European Climate Pact ambassadors) e tutte le persone che seguono da vicino la COP28 il 27 Ottobre a Bruxelles per lo European Climate Stocktake. Questo evento sarà l’occasione per presentare i progressi dell’UE e del mondo verso gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e per definire gli interventi fondamentali per i negoziati che si apriranno il mese seguente a Dubai. 

 

Conclusioni Anticipate

La COP28 sarà un banco di prova critico per il mondo. Le aspettative sono basse perché le sfide climatiche sono urgenti e richiedono ormai azioni decisive e rapide. Mentre i rappresentanti di tutto il mondo (governi, società civile, organizzazioni non governative e imprese) si riuniscono per negoziare gli impegni climatici, la sensazione è che gli accordi, se pur ambiziosi, non essendo vincolanti non arriveranno alla concretezza. 

Resta da vedere il 15 Dicembre quale sarà l’esito della COP28, ma una cosa è chiara: la necessità di agire è urgente oggi più che mai.

 

Irene Ghaleb
Fondazione Finanza Etica, European Climate Pact ambassador

Il primo engagement con Fincantieri. Un dialogo poco incoraggiante

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Fincantieri

 

 

Un dialogo poco incoraggiante

La prima volta di Fondazione Finanza Etica all’assemblea degli azionisti di Fincantieri non è stata molto incoraggiante. La società, di cui siamo azionisti con 100 azioni, per un valore complessivo di circa 50 euro, non ha dimostrato alcuna volontà di intraprendere un effettivo dialogo. 

 

Assemblea a porte chiuse. Per motivazioni incomprensibili

Anche Fincantieri ha usufruito della possibilità offerta dal governo Meloni di svolgere l’assemblea a porte chiuse, cioè in remoto, senza la possibilità di interlocuzione da parte degli azionisti e solo attraverso il rappresentante designato. Ma le motivazioni addotte dall’azienda nel rispondere alle nostre domande sono davvero originali.
A detta del management la scelta è dovuta non solo alle “notevoli difficoltà organizzative connesse a tale modalità”, “ma anche alla luce della necessità di garantire la parità di partecipazione alla seduta assembleare da parte di tutti gli azionisti”. Non prevedendo alcuna reale possibilità di partecipazione, quindi, si garantisce secondo Fincantieri a tutti gli azionisti la possibilità, pari a zero, di partecipare: una uguaglianza al ribasso. Anche se, “in conformità alle best practice, la Società ha previsto che gli azionisti legittimati alla partecipazione all’Assemblea possano
assistere ai lavori assembleari attraverso una piattaforma di streaming passivo”.
Ma “assistere”, nella lingua italiana, non è sinonimo di “partecipare”. 

 

La risposta della Consob

Su questa originale interpretazione della normativa da parte di Fincantieri ha però messo la pietra tombale il presidente di Consob (l’organo di controllo del mercato finanziario italiano), Paolo Savona. In audizione davanti alla Commissione Finanze del Senato ha osservato che svolgere le assemblee esclusivamente tramite il rappresentante designato, come durante la pandemia,

incide sui diritti degli azionisti e sulla partecipazione assembleare e non appare in linea con i principi ispiratori della direttiva Shareholders Right.

 

Le domande sulla governance

Nelle domande circa la governance e, in particolare, sulla scelta di attribuire al presidente della Società Claudio Graziano una serie molto vasta di deleghe esecutive (a nostro avviso una eccessiva concentrazione di potere su questa figura) e sulle competenze dei consiglieri e il mix di competenze nel CdA, è calata una fitta nebbia di parole a vuoto per non rispondere nel merito le domande. Fincantieri sceglie la strada della tautologia.
La domanda: “il fatto che al Presidente del CdA siano state attribuite anche delle deleghe esecutive non rappresenta un elemento di eccessivo potere nelle mani del Presidente stesso?”. Risposta (tautologica): “in data 16 maggio 2022 il Consiglio di Amministrazione, in conformità con quanto fatto dai precedenti Consigli di Amministrazione, ha deliberato di conferire al Presidente Claudio Graziani deleghe riportate nella Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari, disponibile sul sito internet della Società”. Una risposta non-risposta.

 

Il modello di business verso il militare

La Società fornisce “non risposte” alle nostre domande sul modello di business e in particolare sulla virata della Società verso il militare. Chiediamo di conoscere la distribuzione dei ricavi, all’interno del prospetto ricavi di Fincantieri SpA, relativo al macro-segmento “Shipbuilding” (71% complessivo) e “Military (31,3%) e ai loro prodotti. Risposta: “la Società non fornisce dettagli”.

Chiediamo, in relazione al Piano industriale adottato, cosa prevede la Società circa la distribuzione dei ricavi e il loro ammontare nei prossimi 2 anni per le diverse aree di business. Chiediamo, di nuovo, l’incidenza dell’area business “military”. Nella risposta solo alcuni dati percentuali. Fincantieri, inoltre, non cita mai la categoria “military”, introducendo invece la categoria “naval”, mostrando di non voler intendere qual era il nostro precipuo interesse: capire se nei prossimi due anni la Società prevede un maggior peso della produzione militare nei ricavi complessivi. Dati che non si ricavano con chiarezza  dal Piano industriale 2023-2027, al quale pure la Società fa continuo rinvio nelle sue “non risposte”.

 

La Politica di Remunerazione

Stessa musica nelle domande sulla Politica di Remunerazione. Chiediamo, tradizionalmente in tutte le società che ingaggiamo, attraverso quali parametri è misurato il raggiungimento degli obiettivi prefissati per accordare (o meno) la parte dell’incentivo variabile della retribuzione del Presidente del CdA. La risposta di Fincantieri è: “Gli obiettivi sono misurati in ragione di specifici indicatori predeterminati e saranno oggetto di valutazione da parte del Comitato per la Remunerazione e del Consiglio di Amministrazione”. Facendo finta di non capire la domanda: abbiamo chiesto quali sono questi indicatori, non se esistono.

Lo stesso accade per la domanda sul peso degli indicatori individuati per la remunerazione dell’Ad e del Direttore Generale. Noi chiediamo quanto pesano gli specifici indicatori e la Società risponde che prestano costante attenzione all’indice di sostenibilità.

Nessuna risposta sulle domande relative agli infortuni sul lavoro.

 

Le fregate vendute all’Egitto

Sulle domande sulle fregate militari classe FREMM prodotte e vendute da Fincantieri all’Egitto abbiamo, finalmente, fra le righe, alcune notizie. La Società ha venduto le unità FREMM al governo egiziano a un prezzo superiore a quello originariamente previsto dal contratto originario verso la Marina Militare Italiana. Perché? Perché nei documenti programmatici della Marina Militare Italiana era prevista anche una quota relativa al supporto logistico che, non essendo incluso nel contratto di vendita verso l’Egitto, va espunta. Naturalmente ogni altro dettaglio viene negato in quanto “elementi sensibili” dal punto di vista contrattuale. Tuttavia conferma Fincantieri che “potrebbero” esserci nuove iniziative commerciali del genere verso l’Egitto, che si conferma ottimo cliente per l’industria militare italiana, nonostante la non splendida performance in termini di diritti umani del paese di Al-Sisi.

La Società risponde blandamente, mostrando la solita tabellina utilizzata per altre domande, che prevede di spostare nel prossimo triennio la produzione su sistemi militari, rispetto a quello civile. E indica fra i principali clienti esteri di Fincantieri per il prossimo futuro gli USA, il Qatar e l’Arabia Saudita. Anche se non fornisce alcuna informazione circa gli introiti dall’export.

 

Ma se nella complessa arte della tautologia e del depistaggio la Società si è dimostrata maestra, dovrà comunque accedere a un confronto diretto. Fondazione Finanza Etica infatti farà richiesta di avviare un dialogo, secondo le modalità stabilite dalla policy di Fincantieri.
Perché il nostro engagement non si esaurisce nel momento topico dell’Assemblea degli Azionisti; si svolge infatti durante il corso dell’anno, alla ricerca non solo di informazioni, ma anche di una collaborazione leale per costruire un profilo più rispettoso dei criteri ESG, particolarmente delicato per un’azienda che costruisce ed esporta armi. Un Made in Italy di cui non sentiamo francamente bisogno.


Simone Siliani