Finanza e clima

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Il sistema finanziario ha un impatto significativo sul clima, ma spesso i suoi sforzi per apparire sostenibile mascherano pratiche dannose. Nonostante gli impegni internazionali, gran parte dei capitali continua a finanziare le fonti fossili, contrastando gli obiettivi di sostenibilità. La finanza green è spesso greenwashing, con istituzioni che sostengono di essere “a zero emissioni nette” senza modifiche reali. La finanza etica, invece, propone un’alternativa, investendo solo in settori con impatti positivi su ambiente e società e promuovendo una vera coerenza tra dichiarazioni e operatività.

Finanza e armi

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La produzione e il commercio di armi provocano morti e distruzione, rappresentando una spesa improduttiva che sottrae risorse a istruzione, sanità e servizi essenziali, specialmente nei paesi poveri. L’ONU avverte che la proliferazione delle armi ostacola il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La spesa militare ha un basso ritorno economico e occupazionale: un miliardo di euro investito in armi genera solo 741 milioni di euro di produzione interna e crea meno posti di lavoro rispetto a investimenti in protezione ambientale, istruzione o sanità. Il settore delle armi dipende fortemente dal sostegno finanziario degli Stati, che spesso agiscono come principali azionisti e clienti. Le campagne di pressione della società civile hanno portato banche e imprese finanziarie ad adottare linee guida etiche, escludendo il finanziamento delle armi. La finanza etica si oppone fermamente al finanziamento delle armi, promuovendo investimenti sostenibili e responsabili, orientati al sostegno dell’economia reale, del terzo settore e delle imprese sociali.

TTIP – il trattato da fermare

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Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) rappresenta un serio rischio per la democrazia e l’ambiente, venduto come soluzione per la crescita economica. Questo accordo tra USA e UE mira a ridurre le barriere commerciali, ma nasconde l’intenzione di aggirare regolamentazioni fondamentali che proteggono salute, ambiente e diritti dei lavoratori. Le multinazionali potrebbero sfidare le leggi nazionali in tribunali privati, minando la sovranità degli Stati. Le implicazioni per il settore agroalimentare sono preoccupanti: si rischia di abbassare gli standard europei di sicurezza alimentare, permettendo l’ingresso di prodotti geneticamente modificati e trattati con sostanze chimiche meno regolamentate. Inoltre, l’accordo potrebbe aprire la strada alla privatizzazione dei servizi pubblici, compresa la sanità, con gravi conseguenze per i cittadini. L’opposizione al TTIP è in crescita, evidenziando la necessità di trasparenza e di politiche che tutelino realmente il bene comune e l’ambiente.

Le Istituzioni Finanziarie Internazionali

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Le istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, sono nate dalla conferenza di Bretton Woods del 1944 per stabilizzare l’economia mondiale post-bellica. La Banca Mondiale fornisce prestiti e finanziamenti per progetti di sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Tuttavia, le politiche di condizionalità economica hanno spesso causato privatizzazioni e liberalizzazioni forzate, con gravi impatti sociali ed economici nei paesi debitori. Inoltre, è criticata per il finanziamento di progetti ad alto impatto ambientale, con conseguenze devastanti su comunità locali e ambiente. Le riforme promosse sono state oggetto di proteste globali, evidenziando la necessità di maggiore responsabilità sociale e ambientale. La Banca Europea per gli Investimenti, sebbene meno conosciuta, finanzia progetti infrastrutturali in Europa e oltre, ma le sue operazioni nel settore estrattivo e delle grandi dighe hanno sollevato preoccupazioni per gli impatti ambientali e sociali. È essenziale riformare queste istituzioni per promuovere uno sviluppo veramente sostenibile.

I Paradisi Fiscali

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I paradisi fiscali sono giurisdizioni che consentono di evadere o eludere le leggi di altri Paesi. Caratterizzati da segretezza bancaria e tassazione bassa o nulla, favoriscono l’evasione fiscale e la fuga di capitali, causando enormi perdite per le economie globali. Multinazionali e individui ricchi utilizzano meccanismi come il transfer pricing e la creazione di società offshore per spostare profitti verso questi paradisi, eludendo così le tasse. Le conseguenze sono molto gravi, con risorse sottratte ai Paesi poveri, favorendo corruzione e criminalità. La comunità internazionale ha iniziato a contrastare questi fenomeni, ma le soluzioni proposte, come gli accordi bilaterali di scambio di informazioni, sono spesso inefficaci. Le reti della società civile chiedono un trattato multilaterale e una maggiore trasparenza per combattere l’evasione fiscale e promuovere un sistema finanziario più equo e sostenibile. Inoltre, occorre rendere illegali enti come i trust che garantiscono anonimato e segretezza. Solo così si potrà ridurre la fuga di capitali e garantire maggiore equità.

I rapporti finanziari tra Nord e Sud del mondo

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I rapporti finanziari tra Nord e Sud del mondo si articolano principalmente attraverso tre canali: pubblico, privato e individuale. I flussi finanziari pubblici comprendono gli aiuti allo sviluppo erogati dai governi e dalle istituzioni internazionali, essenziali ma spesso insufficienti. Gli investimenti diretti esteri da parte delle imprese private giocano un ruolo cruciale, sebbene possano portare a privatizzazioni forzate e impatti negativi sulle economie locali. Infine, le rimesse dei migranti rappresentano una fonte vitale di finanziamento per molte famiglie nei Paesi in via di sviluppo, contribuendo significativamente alle economie locali. Tuttavia, questi flussi presentano problematiche complesse. Gli aiuti pubblici sono spesso vincolati a interessi geopolitici e condizioni che limitano l’autonomia dei Paesi beneficiari. Gli investimenti privati, se non regolamentati, possono favorire la speculazione e non garantire benefici equi. Le rimesse, pur essendo cruciali, possono creare dipendenze economiche e incentivare l’emigrazione, depauperando i Paesi di origine della loro forza lavoro più produttiva. Per migliorare i rapporti finanziari tra Nord e Sud, è necessario promuovere maggiore trasparenza, responsabilità sociale e ambientale, e una cooperazione internazionale che miri veramente allo sviluppo sostenibile e alla riduzione delle disuguaglianze.

Derivati: rischi e speculazione

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I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipende da un altro bene detto sottostante. Nati per coprire i rischi commerciali, si sono trasformati in strumenti speculativi. I derivati permettono di scommettere sull’andamento di un prodotto, amplificando profitti e perdite grazie all’effetto leva. Questa caratteristica ha reso i derivati estremamente rischiosi, soprattutto perché possono essere scambiati fuori dai mercati regolamentati (Over The Counter – OTC). I derivati hanno giocato un ruolo chiave nella crisi finanziaria del 2008, con strumenti come i CDO e i CDS che hanno diffuso i rischi legati ai mutui subprime. Oltre ai rischi finanziari, i derivati influenzano anche i prezzi delle materie prime, creando volatilità nei mercati. La complessità e la mancanza di trasparenza di molti derivati hanno portato a enormi perdite per enti pubblici e privati. Per mitigare questi rischi, è necessaria una regolamentazione più severa e una maggiore trasparenza nei mercati dei derivati.