La finanza etica e sostenibile in Europa

Un’ondata di greenwashing sta inquinando il mercato della finanza “sostenibile” in Europa.
E intanto le banche etiche danno più credito a famiglie e imprese e battono la finanza tradizionale.
Tutti i dati nella ricerca di Fondazione Finanza Etica.

Scarica il rapporto

Parte prima

Sistemi bancari a confronto

Abbiamo confrontato struttura, crescita e rendimenti delle banche etiche europee con quelle dell’aggregato delle circa 4500 banche che operano nell’area Euro, sulla base dei dati forniti dalla Banca Centrale Europea. Per la prima volta abbiamo messo sull’altro piatto della bilancia anche l’aggregato delle banche cooperative europee. Abbiamo infine analizzato i modi innovativi con i quali le banche etiche europee hanno fatto fronte all’emergenza da Covid-19.

Abbiamo scoperto che le banche etiche, in proporzione, concedono più crediti e offrono più conti correnti e depositi, sono più vicine ai piccoli risparmiatori e alle famiglie e meno coinvolte in attività sui mercati finanziari. In più hanno una maggiore redditività, risultati meno volatili nel tempo e resistono meglio alle crisi.

Scarica il rapporto

Crediti
Depositi
Patrimonio
Fondi

Parte seconda

L’action plan della EU dal punto di vista della finanza etica

La Parte II del rapporto contiene un approfondimento sulla SFDR, il “Regolamento sulla trasparenza della finanza sostenibile” (UE 2019/2088), l’unico finora in vigore all’interno del “Piano d’Azione” della Commissione Europea. Quasi un fondo di investimento europeo su quattro si sarebbe classificato come “sostenibile” in base alle nuove regole della SFDR. Di conseguenza, il patrimonio totale dei fondi cosiddetti sostenibili, in Europa, sarebbe balzato improvvisamente da 1.300 a 2.500 miliardi di euro. Perché, questa è la nostra ipotesi, sarebbe stata abbassata l’asticella nella definizione di “sostenibilità”.

In generale, abbiamo evidenziato che tutto il “Piano d’Azione” ha un approccio “a scaffale”. Per le società finanziarie convenzionali, i fondi sostenibili continuano a convivere con fondi che non adottano alcun criterio e possono quindi ritrovarsi in portafoglio, per esempio, imprese che producono armi nucleari o hanno un impatto ambientale molto elevato. Per le banche etiche, invece, l’approccio alla finanza etica è totalizzante, perché promuovono solo ed esclusivamente prodotti che rispondono a criteri sociali e ambientali rigorosi.

Scarica il rapporto

Parte terza

Banche e diritti umani

Presentiamo, in esclusiva, una ricerca dell’Università di Pisa (“Banking on human rights”), che ha classificato un campione di banche globali sulla base delle violazioni dei diritti umani.

Sulla base dei dati raccolti nel lavoro di ricerca dell’Università di Pisa, riferiti al periodo 2000-2015 e su un campione di 178 banche, le cinque banche con il punteggio peggiore sui diritti umani a livello globale sono risultate essere Standard Chartered Bank, BNP Paribas, Société Générale, Berkshire Hathaway e Svenska Handelsbanken. La maggior parte di queste banche sta facendo dichiarazioni esplicite su come affrontare le attuali sfide di sostenibilità. Finora, però, buona parte degli sforzi riguarda la lotta ai cambiamenti climatici, mentre sul fronte dei diritti umani ci si ferma spesso agli annunci. Rispetto ad altri settori, quello bancario risulta essere in forte ritardo.
Proprio il settore bancario potrebbe però avere, in futuro, un ruolo decisivo per la tutela dei diritti umani, perché ha il potere di influenzare (concedendo o meno i finanziamenti) gli attori terzi che causano le violazioni.

Scarica il rapporto

Crediti

26%

delle 178 banche osservate nel periodo 2000-2015 è associata ad abusi di diritti umani.