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ANNO / 2015
AUTORI / Stefania Borsato
Il movimento cooperativo ha radici profonde in Europa, con la prima cooperativa moderna fondata nel 1844 a Rochdale, Inghilterra, da operai tessili. Questo modello ha ispirato molte iniziative simili, come le Banche Popolari e le Casse Rurali in Germania, mirate a fornire credito a artigiani e contadini. In Italia, il cooperativismo ha iniziato a svilupparsi con ritardo, trovando sostegno significativo solo con il governo Giolitti, che ne ha facilitato la crescita. Durante il fascismo, le cooperative sono state integrate nel sistema corporativo del regime, ma il movimento ha ripreso vigore dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le cooperative sociali, nate negli anni ’70, mirano a fornire servizi socio-sanitari e educativi e a promuovere l’inclusione lavorativa di persone svantaggiate. Questi enti si distinguono per la loro natura mutualistica e democratica, senza scopo di lucro, e giocano un ruolo cruciale nell’offerta di servizi di interesse collettivo. La Legge 381 del 1991 ha riconosciuto formalmente le cooperative sociali, consolidando il loro ruolo nel welfare italiano.
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