Retribuzioni dei manager. ENI si arrende a Fondazione Finanza Etica
Nel 2012 Fondazione Finanza Etica interviene all’assemblea di Eni. Chiede perché, a favore del presidente e dell’amministratore delegato uscenti, Roberto Poli e Paolo Scaroni, sia stato pagato, nel 2011, un bonus discrezionale straordinario di fine carica da un milione di euro a testa, senza che siano esplicitati i criteri in base ai quai tale compenso sia stato calcolato.
«Perché un milione di euro e non 950.000 euroo 1,2 milioni di euro?», chiede la Fondazione. «Perché poi attribuire un compenso di fine carica all’amministratore delegato Scaroni, per il quale era già prevista la conferma della carica per un ulteriore mandato?».
Nel 2013 Eni introduce criteri sociali, ambientalie di governance (ESG) per la remunerazione variabile di lungo termine da attribuire al presidente e all’amministratore delegato, che pesano per il 10% del totale.
È un fatto positivo: significa che i due più importanti amministratori della società saranno pagati (o non pagati) anche in base al raggiungimento (o meno) di obiettivi sociali e ambientali e non solo finanziari.
Però alla Fondazione i criteri di riferimento (la presenza della società negli indici azionari etici FTSE4Good e Dow JonesSustainability Index) non piacciono.
«Sono generici e arbitrari. Perché non è possibile adottare criteri più specifici, consultando i portatori di interesse della società?».
Nel 2015 c’è finalmente una svolta: la possibilità di attribuire bonus discrezionali straordinari viene cancellata (come richiesto da Fondazione Finanza Etica) e si cambiano i criteri ESG per attribuire una parte della remunerazione variabile ai manager. Dalla presenza di Eni in indici azionari etici si passa a due criteri specifici, come richiesto dalla Fondazione: la riduzione delle emissioni di CO2e deglii nfortuni sul lavoro.
In più si alza il peso dei criteri ESG dal 10% al 25%.
Un grande successo, che la Fondazione non manca di sottolineare nel corso del suo intervento all’assemblea dello stesso anno:
«Voteremo per la prima volta a favore della relazione sulla remunerazione. Siamo contenti che Eni abbia colto la nostra proposta di eliminare ogni bonus discrezionale, come quelli attribuiti una tantum nel 2011 all’allora CEO, PaoloScaroni, e al Presidente, Roberto Poli, per un milione di euro a testa. Allora avevamo criticato Eni per questa scelta. Eni dopo tre anni ci ha ascoltato e siamo contenti di questo, esprimiamo anche soddisfazione per la modifica dei criteri di attribuzione del bonus relativo alla sostenibilità ambientale e al capitale umano, che corrisponde al 25% dell’incentivazione variabile annuale. Come abbiamo proposto l’anno scorso all’Assemblea, tale bonus non avrà più come parametro la presenza di Eni in uno dei due indici etici Dow Jones Sustainability e FTSE4good, che ci sembrava un criterio poco oggettivo, visto che non condividiamo i criteri con i quali questi indici sono composti e creati ma farà riferimento a criteri più oggettivi, come la riduzione dell’emissione di CO2e l’indice di frequenza degli infortuni».
Per le strategie di azionariato critico, cosa è e come funziona, si può leggere il nostro rapporto Azionariato critico. Storia, strumenti e successi, a cura di Mauro Meggiolaro. È il primo lavoro organico in Italia che descriva la storia dell’azionariato critico dalle sue origini.