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ANNO / 2015
AUTORI / Marco Baravalle
Il rapporto tra arte e finanza è complesso e risale alla prima bolla speculativa del XVII secolo con il mercato dei tulipani nei Paesi Bassi. Questa relazione ha trasformato le dinamiche economiche e culturali, influenzando profondamente sia la produzione che la circolazione delle opere d’arte. La finanziarizzazione ha introdotto nuovi modelli, come la Pop Art di Andy Warhol, che ha industrializzato l’arte, e l’arte concettuale, che ha dematerializzato l’oggetto artistico. L’arte contemporanea riflette i processi di finanziarizzazione della società, con opere che diventano asset speculativi. Artisti come Jeff Koons incarnano questo fenomeno, trasformando oggetti quotidiani in beni di lusso. L’arte non è solo status symbol, ma anche un campo di speculazione finanziaria. L’Espressionismo Astratto, con artisti come Mark Rothko, è esempio di opere che conferiscono prestigio e valore economico ai collezionisti. La crisi del 2008 ha mostrato come l’arte speculativa risenta delle dinamiche finanziarie globali, ma continui a essere un investimento per gli ultraricchi.
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