All’assemblea degli Azionisti di H&M forti dei risultati del 2020
Il 6 maggio andremo, anche quest’anno in streaming, all’assemblea di H&M. Saremo più agguerriti che mai, visto il buon risultato dell’anno scorso. Vi ricordate come era andata?
Le domande che l’anno scorso abbiamo posto al colosso svedese della fast fashion sono state rivolte all’altissimo impatto ambientale del loro comparto di logistica e dei trasporti, alla pubblicità ingannevole che il brand fa su alcune linee di prodotto e sui diritti dei lavoratori non solo in Cina, ma anche negli USA. Le abbiamo costruite grazie alla ricerca realizzata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, finanziata grazie all’Erogazione Liberale 2018 di Etica Sgr. Risposte come sempre standard, che non ci hanno soddisfatto per niente.
La mozione della Fondazione
La cosa più interessante dell’attività di azionariato critico su H&M, tuttavia, è il fatto che la legislazione svedese consente di presentare una mozione in assemblea anche ai possessori di una sola azione dell’azienda (in Italia bisogna possedere almeno il 2,5% delle quote).
La Fondazione, con una sola azione, ha potuto presentare una mozione per chiedere che la remunerazione del CEO fosse collegata a chiari e verificabili obiettivi di sostenibilità.
Mauro Meggiolaro ha partecipato all’AGM online il 7 maggio.
Tuttavia, a un certo punto, Sven Unger, presidente della riunione, ha richiesto che la Fondazione presentasse la risoluzione. Attraverso la chat dell’AGM è stato possibile scrivere, in inglese, perché fosse importante la trasparenza della società nei suoi obiettivi di remunerazione ESG, specialmente per quanto che riguarda i diritti dei lavoratori. Tramite Mauro Meggiolaro, la Fondazione ha quindi richiesto che la propria risoluzione fosse votata da tutti gli azionisti. E in effetti tutti gli azionisti l’hanno votata.
La risoluzione ha ottenuto il 3,6% dei voti a favore da parte di 419 azionisti. Si tratta indubbiamente di un buon inizio, considerando che il 77,5% delle azioni con diritto di voto è detenuto dalla famiglia Persson, cioè la famiglia che ha fondato H&M e suo principale azionista. Ciò significa che il 16% delle azioni con diritto di voto non detenute dai Persson ha votato con la Fondazione. Risultato ancora più notevole, perché raggiunto senza alcuna attività di lobby o promozione della risoluzione.
Gli azionisti più noti che hanno votato a favore della nostra risoluzione
Amundi, Blackrock, BNP Paribas, Caisse des Depots et Consignations, CalPERS, CalSTRS, Calvert, Catholic United Investment Trust, Christian Brothers Investment Services, Desjardins, Natixis, Evangelical Lutheran Church in America, Robeco, Folksam, Fonds de Reserve pour le Retraites, Handelsbanken, Invesco, JPMorgan Chase Bank, Mercy Investment Services, Michigan Catholic Conference, Ministers and Missionaries Benefit Board of American Baptist Church, Nordea, Pictet, Pimco, Russell, Schwab, Skandia, PME, STAP, APG, Church of England, TIAA-CREF, Union Investment, United Church Fund, United Nations Pension Fund, Walden, World Trade Organisation Pension Plan.