Cosa possono fare gli azionisti critici in Italia?
Volete partecipare all’attività di azionariato critico? Fondazione Finanza Etica vi dice cosa possono fare gli azionisti critici in Italia.
Acquistare azioni o farsi delegare da altri azionisti
Anche in Italia, comprando una sola azione o facendosi delegare da qualcuno che è già azionista, si può partecipare all’assemblea di una società quotata in borsa.
Per acquistare azioni di società quotate basta rivolgersi a una banca e aprire un conto deposito titoli (o dossier titoli). Per farsi delegare è sufficiente compilare il modulo di delega che, normalmente, si può scaricare dal sito delle società quotate, nelle sezioni “governance” o “azionisti” o “assemblee degli azionisti”.
All’approssimarsi della data dell’assemblea è importante far sapere alla banca che si intende partecipare, in modo che la banca possa comunicarlo alla società ed emettere il cosiddetto “biglietto assembleare”. Con il biglietto assembleare e, eventualmente, il modulo di delega, si può quindi accedereall’assemblea, muniti di passaporto o carta d’identità e di eventuali altri documenti richiesti (copia del documento di identità del soggetto delegante, ecc.). Per evitare brutte sorprese è consigliabile mettersi in contatto con la segreteria societaria, anticipare tutta la documentazione via mail e chiedere conferma della regolarità dell’accreditamento.
Di solito le assemblee degli azionisti sono fissate tra aprile e giugno, dopo la chiusura del bilancio dell’anno precedente, un periodo che viene definito in gergo “stagione assembleare”.
Prima di partecipare a un’assemblea è importante studiare il regolamento assembleare e le norme del diritto societario che ne regolano lo svolgimento.
Fare domande sui vari punti all’ordine del giorno
Un’assemblea degli azionisti ha vari punti all’ordine del giorno.
Il primo, di solito, è l’approvazione delbilancio. Seguono poi, in genere, la distribuzione dell’utile, il voto (consultivo) sul piano di remunerazione dei manager e, di solito ogni tre anni, l’elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione e dei membri del Collegio Sindacale (organo dicontrollo interno).
Gli azionisti critici intervengono, di solito, sul primo punto all’ordine del giorno, perché è il meno specifico: intervenendo sul primo punto si possono fare, infatti, domande su tutti i possibili temi che possono avere un impatto sui numeri del bilancio o riguardano procedimenti giudiziari, società controllate e accadimenti vari di cui si tratta nel bilancio.
Per non rischiare che le domande siano liquidate come “non pertinenti”, è importante individuare un nesso tra i temi sui quali si richiedono chiarimenti e i risultati finanziari dell’impresa: ad esempio, il coinvolgimento di un’impresa in controversie di tipo ambientale potrebbe avere conseguenze negative sulla reputazione dell’azienda, e quindi sul suo marchio, portando a un calo delle vendite. Oppure potrebbero essere comminate sanzioni da parte delle autorità che, una volta pagate, farebbero diminuire gli utili (profitti) da distribuire a tutti gli azionisti.
Votare
Gli azionisti critici, come detentori di azioni, sono anche chiamati a votare su tutti i punti all’ordine del giorno.
Possono astenersi o votare contro il bilancio o la rielezione dell’amministratore delegato o del presidente. Si tratta chiaramente di voti che non spostano di un millimetro il risultato finale, ma possono avere un forte valore simbolico.
Con il coinvolgimento, a partire dal 2018, di investitori istituzionali, che hanno in portafoglio migliaia di azioni, tramite la rete SfC – Shareholders for Change, la votazione deiv ari punti all’ordine del giorno ha iniziato ad assumere un’importanza maggiore.
Quanto tempo si ha a disposizione per fare le domande?
I tempi variano da impresa a impresa e sono stabiliti dal presidente all’avvio dell’assemblea.
In genere si hanno a disposizione dai cinque ai dieci minuti. In alcuni Paesi, come ad esempio in Germania, non ci sono limiti di tempo.
Questo articolo ripende alcune pagine di Azionariato critico. Storia, strumenti e successi, a cura di Mauro Meggiolaro, il primo lavoro organico in Italia che descriva la storia dell’azionariato critico dalle sue origini.