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Matthias: in Svizzera gli azionisti vogliono dire la loro sul clima

Si chiama “Say on Climate” e significa “dì la tua sul clima”. 

 

«L’idea è semplice», spiega Matthias Narr, responsabile internazionale per l’engagement della fondazione Ethos di Ginevra, uno dei tre soci svizzeri di Shareholders for Change. «Da oltre dieci anni alle assemblee annuali degli azionisti si possono votare i piani di remunerazione di amministratori e top manager. Possiamo dire come la pensiamo sui bonus, sui livelli delle paghe e sui sistemi che si usano per calcolarli. Ora chiediamo che si possa fare lo stesso per i piani di riduzione delle emissioni di gas serra, di cui molte imprese quotate in borsa si stanno dotando. Devono essere in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi».

Gli azionisti vogliono avere la possibilità di dire alle imprese: «Il vostro piano per la riduzione delle emissioni è troppo vago e quindi vi chiediamo di fornire più dettagli e nel frattempo votiamo contro o ci asteniamo», continua Matthias Narr.

Oppure, se il piano è buono, si può votare a favore, controllando però ogni anno se gli impegni sono stati rispettati e gli obiettivi intermedi raggiunti. In ogni caso si tratta sempre di voti consultivi: se passano, l’impresa non è obbligata a fare nulla. Ma un voto consultivo contrario da parte di una forte minoranza o addirittura dalla maggioranza degli azionisti fa comunque discutere; e, di solito, le imprese ne tengono conto.

 

Matthias, da 12 anni a servizio della finanza sostenibile

Matthias ha 40 anni e abita a Zurigo. Da 12 anni si dedica alla finanza sostenibile, prima come analista e poi come specialista di dialoghi con le imprese su temi sociali, ambientali e di governance. In tasca ha una laurea in scienze politiche con un indirizzo economico e giuridico internazionale.

Nei primi mesi del 2021 Ethos, che rappresenta oltre 220 fondi pensione svizzeri, ha chiesto di far votare i propri piani di decarbonizzazione dalle assemblee degli azionisti a due grandi gruppi con sede in Svizzera: il colosso del settore alimentare Nestlé e la multinazionale del cemento Lafarge-Holcim, . A una lettera, spedita nel dicembre del 2020, sono seguite decine di call e mail. E alla fine le due imprese hanno accettato la proposta.

Nestlé farà votare il suo piano già all’assemblea di quest’anno, il 15 aprile. Mentre Lafarge-Holcim si è impegnato a preparare un piano di transizione climatica per sottoporlo al voto degli azionisti nel 2022.

«Le cose stanno andando nella direzione giusta», spiega Matthias. «Ma è solo il primo passo. Questi voti dovranno diventare la normalità ed essere ripetuti ogni anno. Come dovrebbe essere normale che tutte le imprese quotate in borsa preparino un piano di riduzione degli impatti climatici con obiettivi e scadenze ben precisi».

Allo stesso tempo gli investitori devono sviluppare le competenze necessarie per valutare le strategie climatiche delle imprese. Questa è l’altro aspetto importante del meccanismo “Say on Climate“.

 

“Say on Climate” al centro dell’azionariato attivo di altri membri di Shareholders for Change

Fondazione Finanza Etica ci proverà con Eni e con il gigante svedese dell’abbigliamento H&M. Mentre Meeschaert Asset Management si impegnerà con la società petrolifera francese Total e con l’utility Engie.

A livello globale, l’iniziativa è sostenuta da molti società di investimento e reti di investitori, come ad esempio IIGCC-The Institutional Investors Group on Climate Change, il gruppo di investitori istituzionali sul cambiamento climatico composto da oltre 275 membri con asset per oltre 35 trilioni di euro.