La sfida del rating della legalità

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Il rating della legalità è uno strumento del mondo creditizio per promuovere lo sviluppo responsabile e contrastare il crimine organizzato. Questo sistema, introdotto dal “progetto Montante” e perfezionato nel regolamento antitrust, valuta le aziende sulla base del loro comportamento etico e legale. Il rating, attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), tiene conto di criteri come l’assenza di condanne per reati tributari, amministrativi e di mafia. Le imprese con un buon rating ottengono vantaggi nell’accesso al credito e ai finanziamenti pubblici. La legge n. 27/2012 ha incentivato l’adozione del rating, prevedendo che gli istituti di credito motivino eventuali scelte di non considerare il rating attribuito. Questo strumento mira a rendere trasparente e legale il sistema economico, favorendo aziende virtuose e contrastando le infiltrazioni mafiose. Il contributo di Banca Etica e di altre istituzioni è fondamentale per promuovere la conoscenza e l’adozione del rating, migliorando così la trasparenza e la legalità nel mercato.

Migranti e Finanza

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Il rapporto tra finanza e migranti è complesso e cruciale per affrontare le sfide della globalizzazione. La gestione dei flussi migratori in Europa è una questione urgente, con 244 milioni di persone emigrate nel 2015, di cui 65,3 milioni forzatamente. Il fenomeno migratorio è influenzato da fattori come guerre, scontri politici, corruzione e disastri naturali. L’Italia ha sviluppato il modello SPRAR per l’accoglienza integrata dei richiedenti asilo, ma il sistema soffre di criticità legate all’aumento dei flussi e alla burocrazia. Il contributo dei migranti all’economia nazionale è significativo, con le rimesse che sostengono i Paesi d’origine e l’emergente imprenditorialità migrante. Tuttavia, il lavoro migrante è spesso sfruttato, specialmente in agricoltura, dove il caporalato rimane una piaga. Le politiche per contrastare lo sfruttamento includono leggi repressive e il supporto all’imprenditorialità. In Italia, l’immigrazione è un fattore chiave per la sostenibilità demografica e il sistema previdenziale, rappresentando una sfida e un’opportunità per l’inclusione e lo sviluppo socioeconomico.

Donne e finanza

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Le donne sono ampiamente sotto-rappresentate nel mondo economico e finanziario, dominato da uomini. Anche se alcune donne occupano posizioni di rilievo, si tratta comunque di eccezioni. La parità di genere può migliorare le performance aziendali e portare benefici economici, ma le donne devono spesso adattarsi a modelli di leadership maschili. Inoltre,, le donne continuano a essere una minoranza nei ruoli dirigenziali. La pandemia e la crisi climatica hanno reso evidente la necessità di un cambiamento radicale. Secondo lo studio “Diversity Wins” di McKinsey, le aziende con una vera parità di genere ai vertici registrano migliori performance, maggiore diversità e capacità di innovazione. Banca Etica è un esempio positivo con un consiglio di amministrazione a prevalenza femminile. Tuttavia, la presenza femminile nei ruoli dirigenziali rimane bassa. Per un vero cambiamento, è necessario un approccio diverso che superi le quote rosa e promuova una leadership inclusiva e diversificata. Solo così si potranno sfruttare appieno le competenze e le capacità delle donne, migliorando l’intera società.

Le Istituzioni Finanziarie Internazionali

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Le istituzioni finanziarie internazionali, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, sono nate dalla conferenza di Bretton Woods del 1944 per stabilizzare l’economia mondiale post-bellica. La Banca Mondiale fornisce prestiti e finanziamenti per progetti di sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Tuttavia, le politiche di condizionalità economica hanno spesso causato privatizzazioni e liberalizzazioni forzate, con gravi impatti sociali ed economici nei paesi debitori. Inoltre, è criticata per il finanziamento di progetti ad alto impatto ambientale, con conseguenze devastanti su comunità locali e ambiente. Le riforme promosse sono state oggetto di proteste globali, evidenziando la necessità di maggiore responsabilità sociale e ambientale. La Banca Europea per gli Investimenti, sebbene meno conosciuta, finanzia progetti infrastrutturali in Europa e oltre, ma le sue operazioni nel settore estrattivo e delle grandi dighe hanno sollevato preoccupazioni per gli impatti ambientali e sociali. È essenziale riformare queste istituzioni per promuovere uno sviluppo veramente sostenibile.

I rapporti finanziari tra Nord e Sud del mondo

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I rapporti finanziari tra Nord e Sud del mondo si articolano principalmente attraverso tre canali: pubblico, privato e individuale. I flussi finanziari pubblici comprendono gli aiuti allo sviluppo erogati dai governi e dalle istituzioni internazionali, essenziali ma spesso insufficienti. Gli investimenti diretti esteri da parte delle imprese private giocano un ruolo cruciale, sebbene possano portare a privatizzazioni forzate e impatti negativi sulle economie locali. Infine, le rimesse dei migranti rappresentano una fonte vitale di finanziamento per molte famiglie nei Paesi in via di sviluppo, contribuendo significativamente alle economie locali. Tuttavia, questi flussi presentano problematiche complesse. Gli aiuti pubblici sono spesso vincolati a interessi geopolitici e condizioni che limitano l’autonomia dei Paesi beneficiari. Gli investimenti privati, se non regolamentati, possono favorire la speculazione e non garantire benefici equi. Le rimesse, pur essendo cruciali, possono creare dipendenze economiche e incentivare l’emigrazione, depauperando i Paesi di origine della loro forza lavoro più produttiva. Per migliorare i rapporti finanziari tra Nord e Sud, è necessario promuovere maggiore trasparenza, responsabilità sociale e ambientale, e una cooperazione internazionale che miri veramente allo sviluppo sostenibile e alla riduzione delle disuguaglianze.

Gli Accordi di Basilea sulla vigilanza bancaria

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Gli Accordi di Basilea mirano a rafforzare la stabilità del sistema bancario internazionale. Nati nel 1974 per iniziativa dei governatori delle banche centrali del G10, questi accordi introducono un sistema di misurazione dell’adeguatezza patrimoniale delle banche. Basilea I, introdotto nel 1988, stabiliva requisiti minimi di capitale basati sul rischio di credito. Basilea II, pubblicato nel 2004, ha introdotto tre pilastri: requisiti patrimoniali minimi, controllo prudenziale e disciplina di mercato. Basilea III, sviluppato dopo la crisi del 2007-2008, mira a rafforzare ulteriormente i requisiti patrimoniali, migliorare la qualità del capitale, introdurre nuovi standard di liquidità e limitare l’eccesso di leva finanziaria. Questi accordi richiedono alle banche di mantenere un certo capitale per coprire i rischi associati alle loro attività, proteggendo così i depositanti e la stabilità del sistema finanziario. Tuttavia, le norme di Basilea possono avere effetti limitati sul Terzo Settore, che spesso viene trattato alla stregua delle imprese tradizionali, nonostante le sue peculiarità.

Politiche Asset Based come investimento sociale

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L’asset building è un concetto chiave per affrontare la vulnerabilità sociale, promuovendo la costruzione di un patrimonio personale attraverso il risparmio. Questo approccio mira a creare stabilità economica per le persone vulnerabili, andando oltre il semplice sostegno al reddito. La vulnerabilità sociale, definita come una condizione di incertezza e difficoltà nell’accesso a beni essenziali, può essere mitigata tramite politiche di risparmio e accumulo di asset. L’OCSE vede l’asset building come uno strumento efficace per le politiche pubbliche a medio e lungo termine, utilizzato in vari paesi come Gran Bretagna e Irlanda. Sherraden, pioniere del concetto, distingue tra asset tangibili (risparmi, proprietà) e intangibili (capitale umano, sociale). Le politiche asset-based si presentano come investimenti sociali, capaci di trasformare il risparmio pubblico in un contributo a lungo termine per la crescita economica e la riduzione della vulnerabilità. L’esperienza di Banca Etica e della Provincia di Torino dimostra l’efficacia di queste politiche, integrando il risparmio individuale con supporti educativi e formativi.

Il Microcredito

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Il microcredito è uno strumento finanziario che offre prestiti a soggetti non bancabili, spesso senza garanzie patrimoniali, con l’obiettivo di combattere la povertà e promuovere l’inclusione sociale ed economica. Introdotto e reso celebre da Muhammad Yunus con la Grameen Bank, il microcredito ha radici storiche profonde, risalenti a iniziative come i Monti di Pietà nel XV secolo. Questo sistema si distingue per l’integrazione di servizi non finanziari come assistenza e tutoraggio, e per l’approccio basato sulla reciprocità e fiducia. In Italia, istituzioni come Banca Etica hanno implementato programmi di microcredito per sostenere individui e microimprese, evidenziando la necessità di un quadro normativo chiaro per favorire lo sviluppo sostenibile di questo settore. Il microcredito non è solo un piccolo prestito, ma un investimento sociale che mira a migliorare le condizioni di vita dei beneficiari e prevenire futuri squilibri finanziari, promuovendo al contempo la solidarietà e la coesione comunitaria.

L’ efficacia degli aiuti e dello sviluppo

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L’efficacia degli aiuti e dello sviluppo è un tema centrale nel dibattito internazionale, guidato da forum di alto livello e grandi donatori. I problemi principali includono la frammentazione delle risorse, la volatilità degli aiuti e la mancanza di coordinamento. La Dichiarazione di Parigi (2005) e l’Accordo di Busan (2011) mirano a migliorare la qualità degli aiuti attraverso principi come la trasparenza, la responsabilità reciproca e il coordinamento. Tuttavia, le politiche di condizionalità economica spesso portano a privatizzazioni forzate e impatti negativi sulle comunità locali. La società civile, attraverso piattaforme come Better Aid e Open Forum, promuove un approccio basato sui diritti umani, focalizzandosi su cambiamenti sostenibili e responsabilità democratica. La cooperazione Sud-Sud e triangolare emerge come modello efficace, valorizzando le soluzioni locali. Riformare le istituzioni finanziarie internazionali è essenziale per un futuro sostenibile, promuovendo politiche che bilancino interessi economici, sociali e ambientali.