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Le risposte di Acea non ci convincono

Una analisi delle risposte di Acea fatte dalla Fondazione all’assemblea degli azionisti. Che non ci convincono per niente

 

Oggi 22 aprile si svolge l’assemblea degli azionisti di Acea, la società, controllata al 51% dal comune di Roma, che gestisce acquedotti, reti elettriche e la raccolta dei rifiuti nella capitale e in varie regioni italiane.

La Fondazione partecipa per il quinto anno consecutivo come azionista critico portando in assemblea 34 domande anche a nome del Coordinamento Romano Acqua Pubblica (CRAP) e, per la prima volta, della rivista Scomodo.

Purtroppo anche quest’anno le assemblee si svolgono a porte chiuse causa restrizioni da pandemia da COVID-19. Abbiamo quindi inviato domande prima dell’Assemblea, come previsto dalla normativa. Acea ha risposto martedì 20, con una serie di note molto più approfondite rispetto agli anni scorsi.

 

Domande chiare, risposte un po’ meno

Abbiamo chiesto conto delle perdite della rete idrica di Acea ATO2 (Roma e provincia) e di quelle elevatissime di Acea ATO5 (Frosinone e provincia). Sembrano esserci miglioramenti: Acea ATO2 perde il 42,7% (nel 2019 era il 44%), ma nell’ATO5 ancora il 68,36% (nel 2019 era il 76,10%!). Ma la situazione delle perdite, soprattutto per ATO5, è decisamente insostenibile.

Scomodo, tra le altre domande, ha chiesto ad Acea come sia stato recepito l’esito del referendum del 2011 per la gestione pubblica dell’acqua. La società ha risposto in modo molto convinto che devono essere salvaguardate le aziende miste pubblico-private quotate in borsa, per evitare di tornare a una frammentazione del servizio e ribadendo che in molti territori le gestioni pubbliche sono caratterizzate da situazioni di grave emergenza.

Quindi, per Acea, società ancora più grandi, quotate in borsa, sostenute da azionisti privati.
Noi non siamo per niente d’accordo.

Il 95% dell’utile di Acea, di circa 178 milioni di euro, è stato distribuito agli azionisti, a dimostrazione che la società gestisce il gruppo in una logica finanziaria e non industriale, privilegiando gli azionisti a scapito dell’attività operativa.

E non capiamo il senso dell’investimento di 190 milioni di euro per l’impianto di potabilizzazione del Tevere e di desalinizzazione dell’acqua marina sul litorale di Roma, che, ci dice Acea, sono progettati come impianti di emergenza nei giorni di attivazione di massima portata invece di ridurre le perdite degli acquedotti. Impianti, peraltro, che Acea si auspica possano beneficiare di finanziamenti pubblici, in particolare a valere sul Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

 

Aggiornamento delle ultime ore

L’anno scorso, in occasione delle AGM in Italia ci era stata garantita la possibilità di inoltrare ulteriori domande, per replicare alle risposte ottenute. Nonostante la normativa per quest’anno sia la medesima, Acea non ci ha concesso diritto di replica.

Abbiamo chiesto alla società di avere l’opportunità di inoltrare le stesse domande al loro ufficio Investor Relations. Magari così otteniamo una risposta scritta. Anche se sarebbe ancora più interessante poterci confrontare in call dopo l’assemblea.

Vi daremo informazioni a breve!

 

Foto di Hands off my tags! Michael Gaida