L’impresa sociale come vettore di sviluppo sostenibile

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Negli ultimi decenni, la globalizzazione ha aumentato le disparità economiche e di sviluppo tra i Paesi del Nord e del Sud del mondo. L’impresa sociale è emersa come strumento fondamentale per supportare lo sviluppo locale e comunitario, soprattutto nel Sud del mondo. Questo modello economico si basa su valori di solidarietà, equità e inclusione, andando oltre la semplice ricerca del profitto. Le cooperative sociali, radicate in questa filosofia, hanno dimostrato un’attenzione particolare alle problematiche sociali, ambientali ed economiche. L’impresa sociale non solo fornisce beni e servizi, ma promuove anche lo sviluppo sostenibile attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. La legislazione italiana ha riconosciuto formalmente questo modello nel 2005, regolamentandone le caratteristiche e incentivandone la diffusione. L’impresa sociale si distingue per l’assenza di scopo di lucro, reinvestendo gli utili per migliorare i servizi offerti e per il benessere della comunità. Questo approccio innovativo ha il potenziale di ridurre le disuguaglianze globali, promuovendo un’economia più giusta e sostenibile.

Finanza verde e Green Jobs

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Le opportunità di sviluppo derivanti dall’economia verde sono confermate dall’andamento degli investimenti nel settore: il mercato globale di prodotti e servizi per l’ambiente è destinato a raddoppiare, passando da 1.370 miliardi di dollari a 2.740 miliardi entro il 2020. In Germania, l’investimento in tecnologie ambientali toccherà il 16% della produzione industriale entro il 2030. I Green Jobs, rappresentando una concreta via d’uscita dalla crisi, coniugano l’incremento dell’occupazione con la tutela dell’ambiente. Essi abbracciano una vasta gamma di profili professionali e richiedono nuove competenze. È fondamentale il ruolo della scuola, dell’università, delle imprese e delle istituzioni pubbliche. La transizione a un’economia sostenibile non è solo una necessità ecologica, ma una strategia per il futuro di un paese e di un territorio. Il successo dipende dall’accettazione dei cittadini e dall’adozione di politiche socialmente eque, che portino a migliori condizioni di lavoro e a una sicurezza sociale rafforzata.

La sfida del rating della legalità

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Il rating della legalità è uno strumento del mondo creditizio per promuovere lo sviluppo responsabile e contrastare il crimine organizzato. Questo sistema, introdotto dal “progetto Montante” e perfezionato nel regolamento antitrust, valuta le aziende sulla base del loro comportamento etico e legale. Il rating, attribuito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), tiene conto di criteri come l’assenza di condanne per reati tributari, amministrativi e di mafia. Le imprese con un buon rating ottengono vantaggi nell’accesso al credito e ai finanziamenti pubblici. La legge n. 27/2012 ha incentivato l’adozione del rating, prevedendo che gli istituti di credito motivino eventuali scelte di non considerare il rating attribuito. Questo strumento mira a rendere trasparente e legale il sistema economico, favorendo aziende virtuose e contrastando le infiltrazioni mafiose. Il contributo di Banca Etica e di altre istituzioni è fondamentale per promuovere la conoscenza e l’adozione del rating, migliorando così la trasparenza e la legalità nel mercato.