Le filiere dei metalli rari

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Un nuovo rapporto di Shareolders for Change sulle filiere dei metalli rari

 

Giovedì 24 maggio 2019, Meeschaert AM e SfC – Shareholders for Change hanno organizzato a Parigi la conferenza “L’Europa e la finanza in azione“.

In questa occasione è stato presentato uno studio sulla sostenibilità delle filiere di metalli rari. Lo studio individua potenziali controversie nell’approvvigionamento di metalli rari da parte di aziende europee nei settori automobilistico, delle energie rinnovabili e chimico e costituirà la base per le iniziative di impegno dei membri di SfC nella seconda metà del 2019 e nel 2020.

La conferenza è stata animata dagli interventi di Pervenche Berès, già presidente della commissione ECON del Parlamento Europeo, Thierry Philipponnat, fondatore di Finance Watch, Mauro Meggiolaro, coordinatore di SfC e Aurèlie Baudhuin, vice direttore generale di Meeschaert AM e presidente di SfC.

IL RAPPORTO in francese (sarà presto disponibile in inglese)

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Cambiamo la finanza per cambiare l’Europa

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Le proposte della finanza etica ai candidati al Parlamento Europeo

Il voto di fine maggio 2019 per il rinnovo del Parlamento Europeo rappresenta un passaggio di grande importanza, forse decisivo per le sorti dell’UE.

I giovani di tutto il mondo – e soprattutto quelli europei – stanno chiedendo a gran voce una svolta radicale verso un’economia sostenibile: è tempo che le istituzioni europee diano risposte!

La finanza può e deve diventare uno strumento per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro: i cambiamenti climatici e le disuguaglianze che generano sofferenza sociale e ondate migratorie globali. La UE può fare molto per regolamentare i mercati globali e spingerli a lavorare per uno sviluppo sostenibile, solidale e inclusivo.

Il Gruppo Banca Etica – in collaborazione con le reti europee della finanza sostenibile Gabv e Febea – ha redatto un pacchetto di proposte su cui chiede alle candidate e ai candidati al Parlamento di Strasburgo di prendere posizione prima del voto del 25 maggio. Le proposte riguardano le riforme del sistema finanziario globale e la promozione della finanza etica e sostenibile.

 

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Versione in inglese

Versione in spagnolo

 

A oggi hanno firmato

Massimo Amato | La Sinistra
Ferdinando Bonessio | Europa Verde
Paolo Ferrero | La Sinistra
Antonio Caputo | Europa Verde
Nicoletta Dentico | Europa Verde
Eleonora Cirant | La Sinistra
Philippe Daverio | +Europa
Silvana Cesani | La Sinistra
Marilena Grassadonia | La Sinistra
Nicola Fratoianni | La Sinistra
Giuliano Pisapia | PD
Patrizia Toia | PD
Cécile  Kyenge | PD
Fabio Massimo Castaldo | M5S
Roberto Gualtieri | PD
Cristina Diana Bargu | Partito Pirata

 

Cambiare il sistema finanziario, al di là dell’importanza in sé, significa dotarsi di strumenti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali che abbiamo davanti. Dal clima alle diseguaglianze, dalla giustizia fiscale al lavoro, abbiamo bisogno di un sistema finanziario che si metta al servizio della società e del pianeta, e che passi dall’essere una parte rilevante del problema a parte della soluzione – dice il Presidente della Fondazione Finanza Etica, Andrea Baranes -. Chiediamo ai candidati al Parlamento Europeo un impegno per lavorare in questa direzione!”.

Le proposte di riforma del sistema finanziario

Giustizia fiscale e lotta ai paradisi fiscali – Impedire che nell’Unione esistano territori che agiscono come veri paradisi fiscali, con conseguenze devastanti sulla diseguaglianza e la concorrenza. Alcuni passi sono stati fatti, ma sono urgenti normative per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, il riciclaggio e la criminalità, per l’armonizzazione fiscale e una giusta tassazione delle imprese, a partire dai giganti tecnologici.

Riforma globale del sistema finanziario – È necessaria una riforma complessiva per un sistema finanziario stabile e al servizio dell’economia reale e della società. Con le regole attuali la finanza provoca instabilità e crisi e pretendere nel contempo di dettare legge.

Separazione tra banche di investimento e banche commerciali; tassa sulle transazioni finanziarie – Dopo il 2008 l’UE aveva incaricato degli esperti di redigere un rapporto con le principali riforme da intraprendere: al primo posto c’era la separazione tra banche commerciali e di investimento, ma dopo anni di discussioni e di veti incrociati la proposta è stata di fatto abbandonata. Stessa sorte è toccata alla tassa sulle transazioni finanziarie, che è stata accantonata malgrado il voto favorevole del Parlamento UE e la bozza di Direttiva pubblicata dalla Commissione europea. Ribadiamo con forza la necessità di riprendere il percorso verso l’approvazione di tali normative.

 

Foto di Serge klk

Azionisti critici all’assemblea di Enel

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“Gravi ritardi nella transizione energetica in Spagna.

Voto contrario sulla politica di remunerazione: le paghe dei manager sono eccessive”

 

Oggi partecipiamo per il dodicesimo anno consecutivo all’assemblea degli azionisti di Enel, gigante italiano dell’elettricità controllato al 23,6% dal Ministero del Tesoro.

Anche quest’anno interverremo anche a nome della rete europea di investitori istituzionali SfC – Shareholders for Change, di cui siamo soci fondatori – spiega Andrea Baranes, presidente di FFE – In particolare, voteremo assieme all’investitore francese Ecofi Investissements, parte del gruppo Crédit Coopératif, socio fondatore di SfC, che detiene in tutto circa 200.000 azioni di Enel.

Le domande inviate prima dell’assemblea in collaborazione con la fondazione Friends Provident di Londra, socio di SfC, sono nove e riguardano le strategie di transizione giusta (“just transition”) di Enel verso un modello di produzione a basse emissioni di CO2, con il coinvolgimento dei lavoratori e delle comunità locali. In assemblea si punterà invece sui due temi in particolare: i prezzi troppo elevati dell’energia venduta dalla controllata Endesa in Spagna, per cui l’impresa è stata appena multata, per 5,8 milioni di euro, dalla Commissione Nazionale per i Mercati e la Concorrenza spagnola e le paghe eccessive dei manager.

I colleghi di Fundacion Finanzas Eticas, anch’essi soci fondatori di SfC, hanno partecipato in modo critico all’assemblea di Endesa il 12 aprile scorso, sottolineando il problema dei prezzi eccessivi dell’elettricità, che colpiscono migliaia di famiglie povere e il ritardo nell’uscita dal carbone – continua Baranes – In assemblea interverremo per sostenere le loro proposte, visto che Endesa fa parte del gruppo Enel. E voteremo contro, assieme ad Ecofi, al piano di remunerazione, che prevede una paga fissa per l’amministratore delegato pari al 138% della mediana delle grandi utilities europee concorrenti di Enel. Un livello che ci sembra eccessivo.

Foto di Gianpiero Addis

Con Rete Disarmo azionisti critici all’assemblea di Leonardo

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Partecipiamo oggi per la quarta volta consecutiva all’assemblea degli azionisti di Leonardo, il principale produttore italiano di armamenti, il cui maggiore azionista è il Ministero del Tesoro italiano con il 30,2%.

Torneremo in assemblea con tre azioni, per conto di Rete Italiana per il Disarmo, che coordina diverse organizzazioni pacifiste e della nuova rete europea di investitori istituzionali SfC-Shareholders for Change, che rappresenta investimenti per un totale di circa 140 miliardi di euro – spiega Simone Siliani, direttore di FFE, fondata nel 2003 da Banca Etica.

L’intervento della Fondazione toccherà tre aspetti principali: l’export di armi verso il Turkmenistan, il possibile coinvolgimento nel conflitto in corso in Yemen e la produzione di armi nucleari.

L’esercito del Turkmenistan, un Paese considerato alla stregua di Corea del Nord ed Eritrea sul piano della libertà di stampa, starebbe utilizzando almeno tre elicotteri multiuso (civile e militare) AW 109 di Agusta Westland (gruppo Leonardo) in operazioni militari, anche se la loro vendita non è mai stata autorizzata come export militare dallo Stato italiano. Vogliamo che Leonardo faccia chiarezza su questa vicenda – spiega Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo – Lo stesso discorso vale per lo Yemen: Leonardo deve dirci se armi del gruppo sono attualmente utilizzate o saranno impiegate nella guerra in corso nel Paese arabo. Chiederemo infine maggiori dettagli sull’effettivo coinvolgimento di Leonardo nella produzione di armi nucleari, visto che il gruppo compare nell’ultimo rapporto di ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) all’interno della lista delle imprese produttrici. Questo, secondo noi, espone la società anche a rischi finanziari, visto che molti investitori istituzionali (tra cui il fondo pensione norvegese, il più grande fondo sovrano al mondo) potrebbero decidere di escludere l’impresa, come già successo in passato, proprio per il suo coinvolgimento nella produzione di armi nucleari.

Fondazione Finanza Etica ha inoltre anticipato a Leonardo 13 domande per conto di Rete Italiana per il Disarmo e Greenpeace Germany. Alle domande, che toccano temi come la cooperazione con partner tedeschi, l’interesse verso Piaggio Aerospace e l’acquisto di Vitrociset, l’impresa fornirà risposte scritte nel corso dell’assemblea.

Azionisti critici all’assemblea di ENI

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Passi avanti sulle rinnovabili, ma compensare emissioni in crescita piantando alberi è solo una misura palliativa

 

Il 14 maggio abbiamo partecipato per il dodicesimo anno consecutivo all’assemblea degli azionisti di Eni, la più grande impresa italiana – controllata al 30,10% dal Ministero del Tesoro – con interessi che spaziano dal petrolio al gas, dalla chimica all’ingegneria. Sotto la lente della Fondazione c’è, ancora una volta, il piano di decarbonizzazione della società.

I 463MW di potenza installata da rinnovabili al 2020 sono saliti a 1,6GW entro il 2022 e a 5 GW entro il 2025. Di questo non possiamo che essere soddisfatti – spiega Andrea Baranes, presidente di FFE. – Alle fonti di energia pulita sarà però riservato appena il 4,24% degli investimenti totali nei prossimi quattro anni, mentre la produzione di combustibili fossili crescerà del 3,5% l’anno, realizzando 2,5 miliardi di barili di nuove risorse e perforando 140 pozzi esplorativi in tutto il mondo. Non è questo il “piano B” che vorremmo vedere realizzato da Eni per essere in linea con gli obiettivi climatici.

FFE è particolarmente critica sul piano di compensazione delle emissioni di gas serra presentato dalla società, che prevede la riforestazione di 8,1 milioni di ettari di terreni in Africa, un quarto della superficie dell’Italia. Entro il 2030, gli alberi dovrebbero riuscire a compensare tutte le emissioni dirette legate alle attività di esplorazione ed estrazione di petrolio.

Si tratta di una minima parte delle emissioni totali – continua Baranes – perché non si tiene conto di quelle indirette, generate dall’utilizzo del petrolio e del gas che Eni commercializza, per esempio quelle prodotte dalle automobili o dalle centrali termoelettriche. Alla fine piantare alberi è solo una misura palliativa: da una parte si continua a espandere la produzione di combustibili fossili, come e più di prima, e dall’altra parte si cerca di rimediare, molto parzialmente, ai maggiori danni creati al clima. Ma i danni dovrebbero essere ridotti in partenza riducendo seriamente la produzione di petrolio a favore delle rinnovabili.

Anche quest’anno Fondazione Finanza Etica interverrà a nome della rete europea di investitori istituzionali SfC – Shareholders for Change, di cui è socia fondatrice e voterà in accordo con i membri francesi Meeschaert Asset Management e Ecofi Investissement, che detengono circa 100.000 azioni di Eni.

Corso di educazione finanziaria e allo sviluppo di impresa – aperte le iscrizioni per PRATO E PISTOIA

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Fondazione Finanza Etica è partner del progetto “Savoir Faire”, cofinanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione FAMI 2014-2020 (PROG-2227, OS 2, ON 3, lett. m) – 394.419,04€ – annualità 2018-21, 24 mesi) e di cui è capofila Anci Toscana.

Nell’ambito del progetto la Fondazione svolge corsi di alfabetizzazione finanziaria e attività di accompagnamento allo sviluppo di piani di impresa sociale, della durata di 40 ore ciascuno da realizzare in ogni provincia della Toscana.

È aperto il bando per partecipare al corso che si terrà nella province di PRATO E PISTOIA.

Il bando scade il 5 giugno 2019.

A chi è rivolto

Cerchiamo cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio della provincia di Firenze, compresi i titolari di protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria che siano interessati all’acquisizione di competenze finanziarie e allo sviluppo di capacità imprenditoriale.

Il corso

Le lezioni, condotte secondo metodologie di apprendimento aperte e finalizzate a coinvolgere in maniera quanto più attiva tutti i partecipanti, permetteranno di:

  • Conoscere concetti fondamentali della finanza (cosa sono i soldi, cosa sono il risparmio e l’indebitamento)
  • Informarsi sui diritti fondamentali dei migranti in condizione di pari opportunità (casa, lavoro, salute, istruzione, libertà di circolazione)
  • Imparare ad elaborare un bilancio personale e familiare
  • Conoscere le modalità di finanziamento per l’ avvio e il funzionamento di un’impresa
  • Sviluppare un’idea imprenditoriale di successo

La partecipazione al corso è completamente gratuita. Le lezioni e il materiale didattico sono in italiano, per cui è richiesto un livello adeguato di conoscenza e padronanza della lingua in forma scritta e orale.

Le lezioni si svolgeranno in orario lavorativo di giornate feriali da individuare con i candidati durante i colloqui conoscitivi. Sede dei corsi sono i comitati territoriali ARCI di Prato e Pistoia (leggere bando per maggiori informazioni).

Durata

Il corso ha una durata complessiva di 40 ore. Le lezioni dureranno da luglio a settembre 2019 (con interruzione ad agosto).

Come presentare domanda

Per candidarsi è necessario inviare via mail all’indirizzo formazione.fondazione@bancaetica.org o via fax al +39 055 2691148 o consegnare a mano presso l’ufficio della Fondazione in via Calzaiuoli 7, Firenze (soltanto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17) la scheda di iscrizione debitamente compilata e copia di valido permesso di soggiorno. Il termine per presentare domanda è fissato alle ore 17:00 del 5/06/2019.

Per informazioni sul bando e sulle modalità di partecipazione scrivere a formazione.fondazione@bancaetica.org

oppure telefonare allo 055 2381064 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 17)

Appello per il voto del 28 marzo

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Banca Etica scrive ai parlamentari UE: la finanza sostenibile può salvare l’Europa

 

Pubblichiamo la lettera che il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, ha inviato oggi agli europarlamentari italiani in vista del voto del 28 marzo a Strasburgo sull’Action Plan UE per la finanza sostenibile.
Siamo ancora in tempo per una normativa europea che spinga verso investimenti realmente sostenibili e solidali.

Cara Eurodeputata, caro Eurodeputato,

Banca Etica riconosce e ringrazia il Parlamento Europeo per gli sforzi e il lavoro compiuti finora volti al miglioramento della proposta di regolamento “Sull’istituzione di un quadro che favorisca gli investimenti sostenibili” (c.d. tassonomia). Tuttavia, il testo sul quale il Parlamento Europeo è chiamato a votare in seduta plenaria, svuota e vanifica l’intero percorso intrapreso dall’Unione Europea verso la finanza sostenibile.

L’aspetto che colpisce di più è come nel percorso europeo, e nel testo finale, sia del tutto assente l’idea di finanza come strumento al servizio dell’economia e dell’insieme della società, come mezzo per promuovere il benessere, la coesione sociale e la tutela ambientale. E’ assurdo come nel discorso sulla sostenibilità manchi l’idea stessa del ruolo sociale che la finanza dovrebbe avere. Il termine “sostenibile” è stato svuotato di ogni significato: se tutto può essere definito finanza sostenibile, quale potrebbe essere un singolo esempio di finanza insostenibile? Se non lo è la speculazione, le violazioni dei diritti umani, le crisi e instabilità generate dalla finanza, nemmeno il carbone, cosa rimane fuori esattamente?

Banca Etica in Italia, ma anche GABV (Global Alliance for Banking on Values) e FEBEA (Federazione Europea delle Banche Etiche e Alternative) nel mondo e in Europa, dimostrano che mettere la finanza al servizio delle persone e del pianeta, è un approccio vincente su più fronti. Come emerge dal 2° Rapporto sulla Finanza Etica e Sostenibile in Europa, le banche etiche e sostenibili presentano livelli di solidità, redditività e crescita maggiori di quelle sistemiche. Il rapporto evidenzia come siano le banche etiche a finanziare l’economia reale e a contribuire alla creazione di posti di lavoro, con il 77% del loro attivo dedicato alla concessione dei prestiti. Dal Rapporto emerge anche che, nel decimo anniversario della bolla dei subprime e del crollo di Lehman Brothers, nessuna banca etica o sostenibile ha causato alcuna crisi, né ha dovuto essere salvata con capitali pubblici.

Banca Etica opera con completa trasparenza, pubblicando sul proprio sito tutti i finanziamenti concessi alle persone giuridiche; adotta un rapporto stringente e vincolante tra paga massima e minima; realizza una valutazione sociale e ambientale dei finanziamenti che concede, in parallelo con quella economica e finanziaria; si interroga sulle ricadute non economiche dell’agire economico, ovvero su tutti gli impatti prodotti dalla propria attività. Una sostenibilità a 360 gradi che riguarda tanto la banca nel suo insieme quanto le sue operazioni e attività. Alcuni di questi criteri sono inseriti nella Legge italiana, prima in Europa e nel mondo, che definisce la finanza etica e sostenibile, contenuta nell’Art.111 bis del Testo Unico Bancario.

Proprio dall’esperienza italiana dovremmo ripartire oggi, impostando un percorso nuovo e diverso per un suo analogo riconoscimento su scala europea. Per questo motivo, chiediamo il vostro supporto ai seguenti emendamenti:

  • AM 68 e 69, a sostituzione dell’AM 48 del draft report, che contribuiscono a una maggiore chiarezza legale delle espressioni  “significant harm” e “significant contribution”;
  • AM 98 o 62, a sostituzione dell’AM 38;
  • AM 70, 71, 72 e 93, a sostituzione dell’AM 49, che richiamano l’esistenza di convenzioni sui Diritti Umani delle Nazioni Unite in tema di sostenibilità; AM 102 potrebbe essere una valida alternativa;
  • AM 90, che introduce la presenza di obiettivi sociali nel framework della Tassonomia. Questi obiettivi saranno specificati successivamente nel processo di Tassonomia, ma la loro presenza serve per chiarire che un investimento, non può definirsi sostenibile, se ignora la dimensione “umana”;
  • AM 73, che chiarisce che le attività che producono gas serra non possono essere considerate come sostenibili.

Proprio mentre centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo scendono in piazza nei #FridaysForFuture  e avanzano richieste radicali sul contrasto ai cambiamenti climatici, il Parlamento Europeo può prendere con forza le distanze dal risultato tanto negativo quanto deludente del voto dell’11 Marzo (voto congiunto ECON – ENVI su Tassonomia) e affermare che la finanza sostenibile è tutt’altra cosa.

Cordiali Saluti

Ugo Biggeri
Presidente di Banca Etica

Cambiamo la finanza per cambiare l’Europa

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Le proposte della finanza etica ai candidati al Parlamento Europeo

Il voto di fine maggio 2019 per il rinnovo del Parlamento Europeo rappresenta un passaggio di grande importanza, forse decisivo per le sorti dell’UE. I giovani di tutto il mondo – e soprattutto quelli europei – stanno chiedendo a gran voce una svolta radicale verso un’economia sostenibile: è tempo che le istituzioni europee diano risposte! La finanza può e deve diventare uno strumento per affrontare le grandi sfide del presente e del futuro: i cambiamenti climatici e le disuguaglianze che generano sofferenza sociale e ondate migratorie globali. La UE può fare molto per regolamentare i mercati globali e spingerli a lavorare per uno sviluppo sostenibile, solidale e inclusivo. Il Gruppo Banca Etica – in collaborazione con le reti europee della finanza sostenibile Gabv, Febea e Finance Watch – ha redatto un pacchetto di proposte su cui chiede alle candidate e ai candidati al Parlamento di Strasburgo di prendere posizione prima del voto del 25 maggio. Le proposte riguardano le riforme del sistema finanziario globale e la promozione della finanza etica e sostenibile.

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Cambiare il sistema finanziario, al di là dell’importanza in sé, significa dotarsi di strumenti per affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali che abbiamo davanti. Dal clima alle diseguaglianze, dalla giustizia fiscale al lavoro, abbiamo bisogno di un sistema finanziario che si metta al servizio della società e del pianeta, e che passi dall’essere una parte rilevante del problema a parte della soluzione – dice il Presidente della Fondazione Finanza Etica, Andrea Baranes -. Chiediamo ai candidati al Parlamento Europeo un impegno per lavorare in questa direzione!

 

A oggi hanno firmato

Massimo Amato | La Sinistra
Ferdinando Bonessio | Europa Verde
Paolo Ferrero | La Sinistra
Antonio Caputo | Europa Verde
Nicoletta Dentico | Europa Verde
Eleonora Cirant | La SInistra
Philippe Daverio | La SInistra

 

Le proposte di riforma del sistema finanziario

Giustizia fiscale e lotta ai paradisi fiscali – Impedire che nell’Unione esistano territori che agiscono come veri paradisi fiscali, con conseguenze devastanti sulla diseguaglianza e la concorrenza. Alcuni passi sono stati fatti, ma sono urgenti normative per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, il riciclaggio e la criminalità, per l’armonizzazione fiscale e una giusta tassazione delle imprese, a partire dai giganti tecnologici.

Riforma globale del sistema finanziario – È necessaria una riforma complessiva per un sistema finanziario stabile e al servizio dell’economia reale e della società. Con le regole attuali la finanza provoca instabilità e crisi e pretendere nel contempo di dettare legge.

Separazione tra banche di investimento e banche commerciali; tassa sulle transazioni finanziarie – Dopo il 2008 l’UE aveva incaricato degli esperti di redigere un rapporto con le principali riforme da intraprendere: al primo posto c’era la separazione tra banche commerciali e di investimento, ma dopo anni di discussioni e di veti incrociati la proposta è stata di fatto abbandonata. Stessa sorte è toccata alla tassa sulle transazioni finanziarie, che è stata accantonata malgrado il voto favorevole del Parlamento UE e la bozza di Direttiva pubblicata dalla Commissione europea. Ribadiamo con forza la necessità di riprendere il percorso verso l’approvazione di tali normative.

Le proposte per promuovere una finanza sana

Accanto alle urgenti normative per contrastare speculazione e comportamenti dannosi, è altrettanto importante lavorare per promuovere un diverso sistema bancario e finanziario. Per rispondere alla molteplicità di esigenze presenti nella società servono diversi modelli bancari, una sorta di “biodiversità bancaria” diametralmente opposta alle regole a taglia unica – one size fits all – troppo spesso promosse su scala europea. La finanza etica e sostenibile ha evidenziato in questi anni risultati migliori non solo per gli impatti ambientali e sociali, ma anche dal punto di vista economico. Le istituzioni europee hanno avviato un percorso per definire e promuovere la finanza sostenibile (il cosiddetto Action Plan per la Finanza Sostenibile): si tratta di un primo passo incoraggiante, ma al momento troppo timido. Mancano strumenti specifici che potrebbero avere un’enorme rilevanza per rafforzare il percorso della finanza etica e sostenibile. Per questo chiediamo ai candidati alle elezioni europee, se eletti, di impegnarsi per:

  • rafforzare l’action plan per la finanza sostenibile, fissando criteri stringenti per definire la finanza sostenibile in maniera rigorosa inserendo, accanto a quelli ambientali anche parametri sociali e di governance; riferimenti al contrasto alla speculazione e all’evasione fiscale;
  • definire la sostenibilità dei prodotti finanziari guardando non solo allo specifico prodotto o finanziamento erogato, ma anche al comportamento complessivo della banca o del gestore. L’Articolo 111 bis del Testo Unico Bancario che definisce la finanza etica e sostenibile in Italia va esattamente in questa direzione. Un simile approccio dovrebbe essere ripreso e promosso su scala europea;
  • riconoscere un “social supporting factor”: vale a dire condizioni per facilitare l’erogazione di credito a favore di progetti e iniziative di imprese e organizzazioni con impatti positivi per la società come per esempio l’introduzione di un green and social supporting factor.

Business e diritti umani: 6 seminari per il terzo settore

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Nell’ambito del progetto “New Business 4 Good” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Fondazione Finanza Etica, in collaborazione con Manitese, Oxfam, Action Aid, HRIC e WWF, propone un ciclo di 6 seminari di “knowledge & capacity building” per associazioni e ONG, che mira a rafforzare le capacità del Terzo Settore di promuovere un cambio di paradigma produttivo e di attivarsi in favore delle comunità impattate dall’attività di impresa.

IL PROGRAMMA

Milano, 4 marzo 2019, ore 14.30-17.30
“La definizione del problema: il quadro giuridico internazionale, gli impatti del ‘business as usual’, i limiti dell’auto regolazione del settore privato, il ruolo della società civile”
Intervengono: Martina Buscemi (Università Statale di Milano), Roberto Antonietti (Università Statale di Padova), Nicoletta Dentico (Fondazione Finanza Etica), Giosuè De Salvo (Mani Tese).

Roma, 21 marzo 2019, ore 10.00-13.00
“Principi guida ONU, focus 1° pilastro: State Duty to Protect”
Intervengono: Marta Bordignon (Temple University, HRIC), Giada Lepore (Human Rights International Corner), Fulvia Gravame (Peacelink), Monica Di Sisto (Campagna Stop TTIP).

Milano, 28 marzo 2019, ore 10.00-13.00
“Principi guida ONU, focus 2° pilastro: Corporate Responsibility to Respect”
Intervengono: Angelica Bonfanti (Università Statale di Milano), Martina Rogato (Human Rights International Corner), Deborah Lucchetti (FAIR/Campagna Abiti Puliti), Mauro Meggiolaro (Fondazione Finanza Etica).

Firenze, 9 aprile 2019, ore 10.00-13.00
“Principi guida ONU, focus 3° pilastro: Access to Remedy”
Intervengono: Deborah Russo (Università Statale di Firenze), Marco Fasciglione (CNR), Luca Saltalamacchia (Studio Saltalamacchia di Napoli), Francesca Casella* (Survival International).

Firenze, 16 aprile 2019, ore 10.00-13.00
“Il ruolo del Terzo Settore nella transizione verso il business giusto e sostenibile: il caso dell’Azionariato Critico”
Intervengono: Alessandra Smerilli (Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium), Eleonora Dal Zotto (Equo Garantito), Francesco Martone (In Difesa Di), Simone Siliani (Fondazione Finanza Etica).

Roma, 22 maggio 2019, ore 10.00-13.00
“Il ruolo del Terzo Settore nella transizione verso il business giusto e sostenibile: i casi dello Human Rights Impact Assesment e delle Multi-Stakeholders Initiatives”
Intevengono: Leonardo Becchetti* (Università di Roma Tor Vergata), Laura Renzi* (Amnesty International), Giosuè De Salvo (Mani Tese), Giorgia Ceccarelli (Oxfam Italia), Alessandra Prampolini (WWF Italia).

*in attesa di conferma

La partecipazione è libera e gratuita previa iscrizione all’indirizzo Firenze16aprile@gmail.com

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