Quinto Rapporto sulla finanza etica in Europa

  |   By  |  0 Comments

finanza etica

Il quinto rapporto sulla Finanza etica in Europa sarà presentato a Bruxelles il 12 ottobre presso la sede del Parlamento Europeo

 

Il rapporto è stato redatto dalle due fondazioni del Gruppo, Fondazione Finanza Etica e Fundación Finanzas Éticas, con la collaborazione e il supporto di FEBEA, il network europeo per la finanza etica e alternativa.

La presentazione sarà trasmessa in streaming anche in inglese per coloro che desiderano collegarsi.

All’evento parteciperanno, tra gli altri, Peru Sasia, attuale presidente di FEBEA, Anna Fasano, presidente di Banca Etica, e Federica Ielasi, rappresentante del CdA di Etica Sgr oltre a rappresentanti di FEBEA, Social Economy Europe e GABV. Interverranno gli europarlamentari Ernest Urtasun, Commissione per gli Affari economici e monetari, e Patrizia Toia, vicepresidente della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia.
L’incontro sarà introdotto da un videomessaggio di Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari.

Il nuovo Rapporto  mostra, per il quinto anno consecutivo, come le banche etiche siano performanti e resilienti, l’Europa annacqui la sostenibilità e lasci spazio al greenwashing delle banche convenzionali. Non soltanto in campo ambientale, ma anche in quello sociale. E, nel momento in cui la Commissione Europea sta mettendo in discussione anche la possibilità di inserire le armi nella finanza sostenibile, la finanza etica ribadisce il suo fermo e assoluto rifiuto di ogni finanziamento alla produzione e al commercio di armamenti. Da sempre.

 

Il Rapporto sarà disponibile online sul nostro sito da mercoledì 12 ottobre.

Contro la guerra per costruire la pace

  |   By  |  0 Comments

pace

21 settembre 2022. Giornata Internazionale della Pace.
Con papa Francesco contro la guerra, per costruire la pace

 

In questi giorni Fondazione Finanza Etica ha deciso di aderire all’appello lanciato dal Centro Promotore della Marcia Perugia Assisi

21 settembre 2022. Giornata Internazionale della Pace. Con Papa Francesco contro la guerra, per costruire la pace

Non è la prima volta che riceviamo appelli contro la guerra, né la prima volta che aderiamo.

Viene allora naturale chiedersi, vista la difficoltà a capire gli effetti di queste campagne e non cogliendo grandi cambiamenti nell’opinione pubblica, quanto effettivamente queste azioni siano in grado di  incidere sulla realtà. Ecco allora che, allo slancio ideale e quasi ingenuo per una immediata adesione, subentra una riflessione apparentemente razionale, che ci invita a non disperdere le energie per concentrarci su qualcosa di più efficace… sì ma cosa? verrebbe da rispondere: “bah, lo vedremo domani”. Quasi un mantra, questo, che, se ci serve per acquietarci, in attesa di chissà quali grandi  soluzioni e azioni,  ci priva però dell’immediatezza richiesta da quella forza interiore che ci spinge a ribellarci a tutto ciò che riteniamo disumano, in primis la violenza e la guerra.

Una passione per l’umanità che non ci lascerà in pace fintantoché  non avremo fatto tutto il possibile per debellare quella follia che è la guerra. Passione e ragione, insieme, possono allora aiutarci ad affrontare queste sfide, nel senso che ci permettono di sviluppare strategie in cui all’azione immediata, l’appello, la campagna, la mobilitazione (che toccano le coscienze delle persone) si possono associare gesti, comportamenti e scelte, anche economiche e finanziarie ( ed in questo caso che toccano le tasche…..), che di fatto “tolgono terreno” a chi tiene in piedi direttamente o indirettamente logiche di guerra. Tutto ciò funziona però se riusciamo a entrare in rete con gli altri, unire le forze per essere efficaci e dare una valenza politica e non solo morale al nostro impegno.

Non è più il tempo dei tanti se, dei tanti ma, dei tanti distinguo, quasi volessimo affermare un primato della purezza delle nostre azioni, ma vanno sfruttate tutte le occasioni che ci permettono di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e fare proposte concrete che, per la loro propositività, rompono quel pericoloso pessimismo sull’inutilità delle nostre azioni e danno un senso al nostro agire. Un tempo qualcuno aveva coniato l’espressione “l’importanza della pedagogia del gesto” riferendosi al commercio equo e solidale; oggi la situazione è sicuramente più complessa e gli scenari più oscuri, ma ciò nulla toglie all’importanza di questa sfida per il nostro sentirci umani.

Marco Piccolo, presidente Fondazione Finanza Etica