Nuova governance per Fondazione Finanza Etica

  |   By  |  0 Comments

Fondazione

Fondazione Finanza Etica saluta le nuove persone che costituiscono l’Assemblea di Indirizzo e il Comitato di Gestione

 

I due organi che governano collegialmente la Fondazione sono oggi rinnovati nella loro composizione e funzione.

L’Assemblea di Indirizzo, composta da 12 persone, rappresenta il mondo di riferimento del Gruppo Banca Etica e svolge funzioni di indirizzo culturale e politico e di controllo. Approva i bilanci e il piano di attività annuale. È presieduto da Teresa Masciopinto, presidente.

È composta da:

  • Nazzareno Gabrielli, direttore di Banca Etica
  • Roberto Grossi, vicedirettore di Etica Sgr
  • Giuditta Peliti, referente soci Area Centro Banca Etica; siede nel Consiglio di Amministrazione di ènostra
  • Stefano Baldussi, rappresentante del comitato persone socie lavoratrici di Banca Etica
  • Francesca Rispoli, rappresentante del Comitato Soci di Riferimento di Banca Etica; siede nel Consiglio di Amministrazione del Gruppo Abele e fa parte del Comitato di Gestione di Libera
  • Maria Francesca De Tullio, rappresentante del Comitato Etico di Banca Etica; ricercatrice di diritto costituzionale presso l’Università di Napoli
  • Carlos Askunce, presidente di Fundación Finanzas Éticas
  • Camilla Carabini, antropologa, ricercatrice su monete e criptovalute, CBCD e finanza
  • Patrizia Messina, docente presso l’Università di Padova, esperta di analisi dello sviluppo locale
  • Davide Caselli, sociologo, ricercatore presso l’Università di Milano-Bicocca, si occupa di expertise, finanziarizzazione e politiche sociali
  • Giampietro Cavazza, vice-sindaco di Modena.

 

Il Comitato di Gestione svolge compiti di ordinaria e straordinaria amministrazione. Governa quotidianamente la Fondazione, in stretta relazione con lo staff e la direzione.

È composto da:

  • Teresa Masciopinto, presidente
  • Riccardo Dugini, vice-direttore di Banca Etica
  • Luca Mattiazzi, direttore di Etica Sgr
  • Michele Gramazio, referente soci Area Sud, esperto di cooperazione internazionale
  • Silvia Silvozzi, GIT Marche Sud, esperta in design e gestione di progetti e venture-philantropy

 

La Fondazione augura alle persone consigliere tre anni di proficuo e stimolante lavoro al servizio della finanza etica.

 

Teresa Masciopinto nuova presidente di Fondazione Finanza Etica

  |   By  |  0 Comments

presidente

Teresa Masciopinto è la nuova presidente di Fondazione Finanza Etica, per il prossimo mandato di tre anni.

Le abbiamo fatto qualche domanda, su di lei e su di noi.

 

Cara Teresa, benvenuta in Fondazione! Ci piacerebbe sentire un tuo commento per questo nuovo incarico, così a caldo, fresca di nomina. Ci racconti anche qualcosa di te?

Sento di esprimere gratitudine e soddisfazione per una nomina che mi responsabilizza e mi impegna ulteriormente nel percorso di affermazione della finanza etica, percorso che ho scelto fin dalle prime esperienze associative e professionali e in cui credo profondamente.

Ho incontrato il progetto della cooperativa verso la Banca Etica non appena laureata e da subito mi è sembrata una concreta azione di cambiamento di un modello socio economico che non mi rappresentava. Fin dai tempi dell’università mi sono infatti impegnata per il contrasto alla marginalità e la riqualificazione urbana in una fondazione che opera nelle periferie di Bari. Per dieci anni sono stata giudice onoraria presso il Tribunale per i Minorenni. Dal 2008 a oggi ho lavorato nell’ufficio relazioni associative di Banca Etica, di cui sono stata responsabile.

 

Parliamo della Fondazione. Come la immagini da qui a tre anni? Quali sono secondo te le direttrici più interessanti su cui Fondazione Finanza Etica potrà esprimersi?

Immagino la Fondazione sempre più soggetto attivo della rete di chi in Italia e in Europa promuove un modello socio economico che mette al centro le persone e il benessere del Pianeta e al contempo strumento qualificato per l’elaborazione culturale del Gruppo Banca Etica.

Il lavoro fin qui svolto traccia un percorso chiaro e ricco di prospettive interne ed esterne per marcare le linee di distintività della finanza etica. Penso che la Fondazione possa dare un grosso contributo in termini di ricerca e sperimentazione di modelli innovativi. L’obiettivo è anche quello di saldare i legami operativi nel quadro della pianificazione strategica del Gruppo.

Una direttrice di lavoro interna interessante mi sembra anche il rafforzamento della struttura della Fondazione.

 

Ambiente, reti, persone, cultura. Non sarà difficile proporre temi positivi, generativi, in un momento così difficile per noi e per il pianeta?

Il momento storico in cui viviamo ci consegna un quadro in cui dilagano disuguaglianze sociali, crisi climatica e ambientale, scenari desolanti di guerra e autoritarismo, ma anche una platea sempre più ampia di persone e organizzazioni che chiedono e praticano responsabilità sociale, scelte critiche, informazione trasparente, democrazia partecipativa.

Allargare questo campo ed esserne parte è il compito che ci assumiamo come Fondazione, senza cedere a rischi di autoreferenzialità, ma con la consapevolezza della forza delle nostre proposte. Gli strumenti sono quelli che conosciamo e che ci contraddistinguono: l’informazione e l’educazione critica alla finanza, l’azionariato critico, le attività di engagement e advocacy.

 

Partecipi anche al patronato di Fundación Finanzas Eticas. Il processo di “pensare come un’unica fondazione”, iniziato negli scorsi anni, come pensi che proseguirà?

Offrirò il mio contributo per consolidare e sviluppare i percorsi in atto per costruire le sinergie con le organizzazioni della società civile in Italia e in Spagna. La strada intrapresa di una forte collaborazione fra le due Fondazioni va rinforzata con un’intensificazione delle relazioni culturali e operative a tutti i livelli, da quello di governance a quello di confronto costante fra collaboratori e collaboratrici. Mi sembra che la prospettiva del lavoro comune e di scambio reciproco, pur nella salvaguardia delle specificità, sia l’unica a garantire un allargamento della visione della finanza etica e maggiori opportunità di impatto delle nostre azioni.

Assemblee degli azionisti a porte chiuse

  |   By  |  0 Comments

La protesta della società civile italiana

 

ReCommon, ISDE Italia, Greenpeace Italia, The Good Lobby e Fondazione Finanza Etica criticano duramente la decisione del governo di permettere alle principali società italiane di tenere per il quarto anno consecutivo le loro assemblee degli azionisti a porte chiuse, secondo le modalità per la prevenzione della diffusione del Covid-19 ormai non più in vigore essendo conclusa la fase emergenziale della pandemia.

Questo ennesimo schiaffo alla partecipazione democratica e alla trasparenza è il frutto dell’emendamento al cosiddetto Decreto Milleproroghe (numero 198 del 29/12/2022, approvato in via definitiva lo scorso 23 febbraio) che reitera le disposizioni contenute nel Decreto legge “Cura Italia” del 17/03/2020, che offriva alla società per azioni la possibilità di consentire la partecipazione e l’esercizio del voto degli azionisti mediante mezzi di telecomunicazione, anche in deroga a diverse disposizioni statutarie. Il testo menziona la “possibilità di prevedere” queste modalità alternative alla partecipazione in presenza, comunque ancora oggi garantita o mediata, appunto, da mezzi di telecomunicazione.

Tuttavia, dopo la conversione in legge del DL Cura Italia, avvenuta il 24 aprile 2020 e le successive proroghe, fra il 2020 e il 2022 le principali società italiane quotate in Borsa – tra cui i grandi gruppi industriali e finanziari – hanno deciso di seguire la linea delle “porte chiuse”, precludendo anche la possibilità di prendervi parte attraverso i mezzi di telecomunicazione. Ciò ha comportato una totale mancanza di dialettica tra gli azionisti e gli amministratori delle società, a scapito della partecipazione.

L’emendamento delle “porte chiuse” introdotto nell’ultimo Decreto Milleproroghe è il n.3.300, presentato da Massimo Garavaglia (Lega), parlamentare che nel dicembre 2021 affermava la sua contrarietà a possibili chiusure per contrastare la recrudescenza della situazione pandemica e auspicava “un mesetto senza parlare di Covid”, e che ora vuole invece sbarrare le porte assembleari dei colossi italiani proprio per il rischio sanitario connesso all’insorgenza della epidemia da Covid-19.

In un contesto in cui il virus continua a circolare ma la fase più acuta – nonché emergenziale – è passata da tempo, è lecito interrogarsi sugli interessi tutelati da questo emendamento.

Per questo ReCommon, ISDE Italia, Greenpeace Italia, The Good Lobby e Fondazione Finanza Etica denunciano l’ulteriore restrizione degli spazi democratici in merito alla possibilità di fare da contraltare all’operato dei gruppi industriali e finanziari italiani. Chiedono inoltre agli stessi di non abusare delle disposizioni presenti nel DL Milleproroghe e consentire la partecipazione in presenza alle rispettive assemblee degli azionisti o, in extrema ratio, una partecipazione tramite mezzi di telecomunicazione equiparabile a quella in presenza. In ultimo, le organizzazioni sollecitano il governo e gli enti regolatori a intervenire a tutela dei diritti degli azionisti, affinché limitazioni di questo genere non si ripresentino più in futuro.

Come dimostrato negli ultimi anni dall’azionariato critico promosso dalle organizzazioni della società civile, le assemblee degli azionisti offrono la possibilità di confrontarsi apertamente con il management delle società e chiedere ragione del loro operato in relazione all’ambiente, al clima e ai diritti umani. Un meccanismo certo parziale e limitato, ma che cerca di porre rimedio alla totale mancanza di accountability dei gruppi industriali e finanziari – Intesa Sanpaolo e UniCredit in primis – visto il silenzio dei governi, che in alcuni casi, ad esempio in Italia, sono anche azionisti delle stesse imprese, come nel caso di Eni, Enel e Snam.

Con la recente approvazione del Milleproroghe dunque ancora più del passato le assemblee rischiano di ruotare solo intorno a due argomenti: il rinnovo dei CdA e lo stacco della cedola, cioè il dividendo corrisposto agli azionisti. Questi consessi rappresentano così la distanza abissale che intercorre tra i colossi italiani e il ‘Paese reale’, con i bisogni delle persone che non trovano altro spazio se non quello di subire decisioni prese altrove. Si pensi proprio al mega-programma di buyback di azioni promosso da Eni per accrescere ancora di più il futuro dividendo degli azionisti, mentre in Italia la povertà energetica è dilagante. Di questo tema o delle istanze dei territori impattati dalla condotta delle multinazionali energetiche o dai finanziamenti dei grandi istituti di credito non si potrà trattare durante le assemblee a porte chiuse.

La situazione, in prospettiva, potrebbe essere ancor più critica, leggendo le parole di Luciano Acciari, coordinatore del Forum dei segretari dei CdA e membro del management di Leonardo. Sembra, infatti, che vi sia l’intenzione di decretare la fine dell’azionariato critico – in crescita in Italia negli ultimi anni, consentendo “l’intervento dal vivo solo ai soci dotati di un pacchetto di azioni minimamente significativo, che tagli fuori i “disturbatori” in cerca di visibilità o altri interessi”.

Anche il quotidiano online Italia Informa ha denunciato in maniera forte questa pericolosa deriva, parlando di “democrazia a pezzi”. Una voce autorevole, se si pensa che il Comitato Scientifico del quotidiano è composto da membri di quelle stesse società che, fra il 2020 e il 2022, hanno scelto la linea dura delle assemblee a porte chiuse, sintomo evidente di un forte dissenso in seno alle stesse.

 

 

 

Oggi celebriamo

  |   By  |  0 Comments

celebriamo

Oggi celebriamo la chiusura di quasi due anni di un percorso intenso, sfidante e arricchente all’interno del nostro gruppo di lavoro.

 

Perché un luogo di lavoro sano, umano e inclusivo, è anche quello che sa celebrare i risultati, grandi o piccoli che siano.

In questi due anni abbiamo voluto rafforzare la nostra identità di gruppo, ritrovare o trovare nuove motivazioni al lavoro. L’abbiamo fatto co-costruendo processi orizzontali in modalità partecipata.

Non saremmo stati capaci di farlo da soli. Dobbiamo ringraziare il lavoro fatto con Peoplerise, grazie a Flavio Fabiani e Valentina Bianchini che ci hanno accompagnato in questo viaggio di trasformazione, attraverso una attività di consulenza di interventi di trasformazione organizzativa.
Il lavoro si è incentrato sulla relazione interpersonale e sul senso di appartenenza, calato nell’intervento di sviluppo organizzativo.
Sono stati affrontati una serie di aspetti: le qualità autentiche, cioè la relazione interpersonale e di sviluppo personale; la comunicazione nonviolenta di Marshal Rosenberg; l’ascolto attivo e il riconoscimento di emozioni e bisogni. Da un punto di vista culturale, abbiamo analizzato i processi decisionali e di leadership; tra gli strumenti utilizzati gli OKR creati da Andy Grove.

Abbiamo scoperto nuovi modi di dialogo e ascolto attivo come l’empathy circle, come il corpo ci aiuti non solo nelle relazioni, ma anche a progettare, l’importanza e il valore del peer coaching.
Abbiamo inoltre imparato a facilitare le nostre riunioni attraverso modalità e strumenti trovati all’interno del nostro team.
È grazie a questo lavoro che è nato FestiValori.

Celebrare è un rituale, un rito di passaggio che ci insegna a guardare al nostro percorso e a comprenderlo. Ci permette di apprezzare chi siamo e cosa facciamo come persone. Ma soprattutto aiuta la nostra cultura del lavoro e ci consente di cambiare il nostro modo di vedere le cose.

Quindi un brindisi a noi tutte e tutti, Simone, Claudia, Andrea, Barbara, Alberta, Irene, Domenico, Luca, Marco e a Valentina e Flavio. Cin cin!