L’addio di Generali al carbone

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L’addio di Generali al carbone

 

Nel novembre del 2018 esce una notizia «piacevolmente sorprendente»: le assicurazioni Generali hanno seriamente deciso di dire addio al carbone.

«Ci sono voluti due anni di campagna di pressione condotta da Greenpeace e Re:Common, promotrici di azioni e appelli pubblici e protagoniste di accalorati interventi all’assemblea degli azionisti della società, ma il risultato è senza dubbio di portata storica».

Così scrive Luca Manes di Re:Common su Valori.it.

Nell’aggiornamento della sua “Strategia sui cambiamenti climatici”, Generali ha infatti introdotto un piano operativo che punta a ridurre in maniera significativa la sua esposizione verso il carbone, in fase di dismissione in vari paesi europei. La società ha ufficializzato che non fornirà più coperture assicurative per la costruzione di nuove centrali a carbone, senza alcun tipo di eccezione. Non accetterà neanche come nuovi clienti società attive nel comparto carbonifero.
Dal lato investimenti, Generali si libererà completamente delle sue partecipazioni azionarie nel settore del carbone entro l’aprile del 2019. Progressivamente lascerà anche quelle obbligazionarie, portandole a scadenza e addirittura valutando la possibilità di dismetterle anticipatamente.

«Il lavoro di Greenpeace e Re:Common, sostenuto dagli attivisti che in questo lasso di tempo hanno partecipato ad azioni in varie località italiane, ha convinto Generali a fare un importante passo in avanti sul tema della tutela ambientale», continua Manes.
Un lavoro di cui sono stati parte integrante gli interventi degli azionisti critici in assemblea, mobilitati da Re:Common: Grassroots Foundation (Polonia), Greenpeace, DKA (Germania), We Move, e altri. All’azione si è aggiunta Fondazione Finanza Etica, che ha posto domande anche in rappresentanza della rete europea di azionisti attivi SfC – Shareholders forChange, con 162.000 azioni.

L’azione critica degli azionisti è continuata anche nell’assemblea del 2019, per testare sul campo gli impegni presi dalla società nel novembre dell’anno prima. È stata anche richiesta maggiore decisione nel raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

Anche nel caso di Generali, l’azionariato critico è stata una delle tante azioni che hanno convinto la società a cambiare strategia. È un’azione complementare che, come si è visto, porta il confronto con le imprese a un livello nuovo, senza però sostituirsi alle altre strategie.

 

Per le strategie di azionariato critico, cosa è e come funziona, si può leggere il nostro rapporto Azionariato critico. Storia, strumenti e successi, a cura di Mauro Meggiolaro. È il primo lavoro organico in Italia che descriva la storia dell’azionariato critico dalle sue origini.