Il sistema finanziario ha un impatto significativo sul clima, ma spesso i suoi sforzi per apparire sostenibile mascherano pratiche dannose. Nonostante gli impegni internazionali, gran parte dei capitali continua a finanziare le fonti fossili, contrastando gli obiettivi di sostenibilità. La finanza green è spesso greenwashing, con istituzioni che sostengono di essere “a zero emissioni nette” senza modifiche reali. La finanza etica, invece, propone un’alternativa, investendo solo in settori con impatti positivi su ambiente e società e promuovendo una vera coerenza tra dichiarazioni e operatività.
Le opportunità di sviluppo derivanti dall’economia verde sono confermate dall’andamento degli investimenti nel settore: il mercato globale di prodotti e servizi per l’ambiente è destinato a raddoppiare, passando da 1.370 miliardi di dollari a 2.740 miliardi entro il 2020. In Germania, l’investimento in tecnologie ambientali toccherà il 16% della produzione industriale entro il 2030. I Green Jobs, rappresentando una concreta via d’uscita dalla crisi, coniugano l’incremento dell’occupazione con la tutela dell’ambiente. Essi abbracciano una vasta gamma di profili professionali e richiedono nuove competenze. È fondamentale il ruolo della scuola, dell’università, delle imprese e delle istituzioni pubbliche. La transizione a un’economia sostenibile non è solo una necessità ecologica, ma una strategia per il futuro di un paese e di un territorio. Il successo dipende dall’accettazione dei cittadini e dall’adozione di politiche socialmente eque, che portino a migliori condizioni di lavoro e a una sicurezza sociale rafforzata.
La finanza gioca un ruolo cruciale nel combattere i cambiamenti climatici. Per arrestare il riscaldamento globale, sono necessari interventi finanziari di centinaia di miliardi di euro l’anno, sia nelle economie sviluppate che nei Paesi del Sud del mondo. La Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e il Protocollo di Kyoto sono strumenti fondamentali per regolamentare le emissioni di gas serra. Tuttavia, i costi di adattamento e mitigazione ricadono in modo diseguale tra i Paesi, aggravando le disuguaglianze. Le nazioni più povere, pur avendo contribuito meno alle emissioni globali, subiscono i maggiori impatti ambientali. Le responsabilità storiche dei Paesi sviluppati richiedono loro di sostenere finanziariamente le economie in via di sviluppo attraverso fondi come il Fondo Verde Globale. La finanziarizzazione del clima introduce meccanismi di mercato come i crediti di carbonio, che possono portare a speculazioni finanziarie senza affrontare le radici del problema. È essenziale un approccio più equo e sostenibile, che bilanci responsabilità e supporto internazionale.