L’engagement con le società di telecomunicazioni europee sulla trasparenza fiscale

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L’engagement della rete SfC con le società di telecomunicazioni europee sulla trasparenza fiscale. Le società si sono dimostrate cooperative ma devono fare di più.

La rete di investitori istituzionali europei SfC – Shareholders for Change di cui Fondazione Finanza Etica è socio fondatore, ha recentemente pubblicato un rapporto sul suo engagement con le principali società di telecomunicazioni europee.
L’engagement, durato 18 mesi, si è concentrato sulla condotta delle imprese in campo fiscale, a seguito della pubblicazione, nel dicembre del 2018, della ricerca “Bad Connection“, che ha rivelato una generale mancanza di trasparenza fiscale in quattro importanti società di telecomunicazioni europee: la britannica Vodafone, la tedesca Deutsche Telekom, l’italiana Telecom Italia e la francese Orange. 

Sulla base dei risultati della ricerca “Bad Connection”, i membri di SfC hanno inviato lettere alle imprese analizzate, chiedendo di pubblicare un rapporto CbCR (country by country reporting), cioè una rendicontazione che riporti l’ammontare dei ricavi, gli utili lordi e le imposte pagate nei singoli Paesi nei quali operano. I dati CbCR sono fondamentali per capire quante tasse stia effettivamente pagando un’impresa Paese per Paese e aiutano a individuare eventuali operazioni che permettano di spostare i profitti in Paesi a fiscalità agevolata. SfC ha inoltre richiesto informazioni sul ruolo di una serie di imprese controllate con sedi in Paesi noti per la loro opacità finanziaria.

Tutte le società, con l’eccezione della francese Orange, che non ha mai risposto alle domande inviate, si sono dimostrate cooperative, impegnandosi in un dialogo con SfC. Mentre Vodafone sta già pubblicando dati CbCR dal 2018, né Deutsche Telekom né Telecom Italia si sono impegnate a pubblicare tali informazioni in futuro.

 

La trasparenza fiscale è solo il primo passo

La trasparenza di Vodafone ha però rivelato una strategia di pianificazione fiscale che pare essere più aggressiva di quella di Deutsche Telekom e Telecom Italia. Grazie a operazioni di “ottimizzazione fiscale”, Lussemburgo e Malta hanno generato il 38% dei profitti di Vodafone nel 2017. QUi il gruppo, tuttavia, ha solo lo 0,3% dei dipendenti (300 su un totale di 99.000). Questi due stati sono paesi a fiscalità agevolata.  

«Vodafone non è attualmente esposta a rischi normativi rilevanti ma potrebbe essere esposta a rischi reputazionali. La sua strategia infatti si traduce in significative perdite di gettito fiscale per il Regno Unito, dove la società ha sede, e altri Paesi. Si crea così un impatto sui sistemi di welfare nazionali, a cui sarebbero sottratte preziose risorse”

Ha dichiarato Aurélie Baudhuin, presidente di SfC-Shareholders for Change.

«Questo non sembra essere il caso di Deutsche Telekom e Telecom Italia, almeno non nella stessa misura di Vodafone».

 

Anche lo spostamento dei profitti in Paesi a fiscalità agevolata dovrebbe essere monitorato: pur essendo legale, sottrae risorse significative al welfare di molti Paesi.

Il progetto di engagement, sviluppato con l’aiuto dell’esperto di fiscalità internazionale Tommaso Faccio dell’Università di Nottingham, co-fondatore di Tax Justice Italia, ha dimostrato che le pratiche fiscali delle imprese non sono ancora considerate in modo adeguato nelle valutazioni ESG (ambiente, sociale, governance) delle cosiddette società di “rating etico”, che danno un punteggio al profilo etico delle società quotate in borsa.

La stessa carenza nella valutazioni ESG è stata evidenziata nella ricerca “Paradisi fiscali, elusione ed evasione fiscale globale“, realizzata grazie all’erogazione liberale di Etica Sgr. Il lavoro è stato realizzato da Università di Milano Bicocca, con il coordinamento del prof. Alessandro Santoro e la collaborazione di Merian Research e Tommaso Faccio. La ricerca ha dimostrato che condotte fiscali aggressive o non trasparenti da parte delle imprese non si riflettono generalmente, nell’attribuzione di punteggi ESG negativi da parte delle società di rating etico.

La responsabilità fiscale è ancora un territorio largamente inesplorato nell’analisi sulla responsabilità sociale delle imprese. Un vuoto che la rete SfC sta cercando di colmare con una serie di iniziative di engagement mirate con le società quotate in borsa.

 

Mauro Meggiolaro