Posts by: barbara

People First il Rapporto 2009 di Social Watch

  |   By  |  0 Comments

La crisi economica ostacola e rallenta il percorso verso il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio, questa la denuncia dell’ultimo rapporto del Social Watch “People First”.

Il Rapporto evidenzia per il 2009 l’aggravarsi del livello di fame e povertà, indici qualitativi allarmanti per lo stato di salute e l’accesso all’istruzione, e l’aumento del divario donna-uomo.
Lo tsunami della crisi economica si sta abbattendo sui Paesi che meno hanno contribuito a scatenarla. A questo ritmo, l’obiettivo di sradicare la fame e la povertà entro il 2015 rischia di rimanere un miraggio per la maggior parte dei Paesi nel mondo.
Studiando l’impatto sociale della crisi a livello internazionale, emerge che a pagarne le conseguenze più dure sono i paesi impoveriti e le persone più vulnerabili, molte delle quali sono nuovi poveri. Fra le prime vittime del crollo dei mercati finanziari vi sono i più poveri che, spendendo dal 50 all’80% del loro reddito in beni alimentari, risentono maggiormente dell’aumento del costo delle derrate agricole. Ma anche le donne, spesso impiegate in lavori precari o a cottimo, con minori salari e più bassi livelli di tutela sociale.
Tramite l’Indice delle Capacità di Base (BCI), il rapporto analizza lo stato di salute e il livello dell’istruzione elementare di ciascun Paese. I risultati sono preoccupanti: al 2009, quasi la metà dei paesi analizzati (42,1%) ha un valore dell’Indice BCI basso, molto basso o critico. La maggioranza della popolazione mondiale vive in paesi in cui i principali indicatori sociali sono immobili o progrediscono troppo lentamente per raggiungere un livello di vita accettabile nel prossimo decennio. Le cifre rivelano una situazione di disuguaglianza drammatica in tutto il mondo, sebbene i dati elaborati si riferiscano a un periodo in cui la crisi economica doveva ancora produrre i suoi effetti più profondi. La crisi finanziaria offre un’opportunità storica per ripensare i processi decisionali in politica economica attraverso un approccio basato sui diritti umani.
Sul tema Equità di genere, per il 2009, il GEI (Gender Equity Index GEI) mostra che, nella maggior parte dei Paesi, il divario tra i generi non si stia riducendo, anzi gran parte di quelli dove c’è stato un progresso coincide con quelli che già si trovavano in una situazione migliore rispetto agli altri. La distanza tra Paesi nella migliore e peggiore situazione relativa si è ingrandita. Nel campo dell’istruzione e dell’attività economica la situazione delle donne è migliorata, mentre in quello dell’empowerment nell’ultimo anno circa il 15% dei Paesi ha fatto dei passi indietro, e la regressione è stata così dura che il valore medio globale di questo indicatore è sceso dal 35% del 2008 al 34,5% del 2009. Dallo studio è emerso che, per quanto riguarda la parità tra uomo e donna, l’Italia non brilla come esempio, anzi: il nostro paese, da questo punto di vista non solo non ha fatto progressi, ma è retrocesso. In una classifica di 172 paesi, l’Italia è al 72° posto (rispetto al precedente 70°), con un GEI di 64,5, ben al di sotto della media europea, pari a72.

UNCAC COALITION, la Fondazione firma l’appello

  |   By  |  0 Comments

Padova 20 Agosto 2009

UNCAC sta per United Nations Convention Against Corruption e la UNCAC Coalition è la coalizione internazionale di ONG, tra cui Transparency International, Greepeace, Amnesty, che si batte per l’applicazione della Convenzione ONU contro la corruzione.
In occasione dell’incontro internazionale che si svolgerà a Vienna dal 25 agosto al 3 settembre, la Coalizione ha lanciato un appello affinché la Convenzione si doti di un segretariato internazionale e di strumenti davvero efficaci per monitorarne l´applicazione, tra cui rapporti annuali, peer review (controlli incrociati tra paesi diversi) e l’accesso ai dati da parte delle organizzazioni della società civile. Approvata dall’Assemblea Generale nel 2003, entrata in vigore nel dicembre 2005, ad oggi sono 140 i paesi che hanno firmato la Convenzione contro la corruzione, mentre nel febbraio 2009 sono 131 i paesi che sono riconosciuti come parti della convenzione.

Ma cosa sancisce? qual è la sua importanza strategica nella lotta globale alla corruzione? Scorrendo il testo all’Art. 1 “Disposizioni generali” si legge che la convenzione ha per oggetto:
a) la promozione e il rafforzamento delle misure volte a prevenire e combattere la corruzione in modo più efficace;
b) la promozione, l’agevolazione e il sostegno della cooperazione internazionale e dell’assistenza tecnica ai fini della prevenzione della corruzione e della lotta a quest’ultima, compreso il recupero dei beni;
c) la promozione dell’integrità, della responsabilità e della buona fede nella gestione degli affari pubblici e dei beni pubblici.

E ancora all’art. 3 “Campo d’applicazione”
1. La presente Convenzione si applica, conformemente alle sue disposizioni alla prevenzione, alle indagini ed ai procedimenti concernenti la corruzione nonché al congelamento, al sequestro, alla confisca ed alla restituzione dei proventi dei reati stabiliti conformemente alla presente Convenzione.
2. Ai fini dell’applicazione della presente Convenzione, non è necessario, salvo disposizione contraria di quest’ultima, che i reati ivi indicati causino un danno od un pregiudizio patrimoniale allo Stato.

La Convenzione dunque riveste un ruolo importante per la capacità di dare una risposta globale ai problemi della corruzione grazie all’ampiezza e al dettaglio delle sue disposizione – Misure volte a prevenire il riciclaggio di denaro, Corruzione di pubblici ufficiali nazionali, Corruzione di pubblici ufficiali stranieri e di funzionari di organizzazioni internazionali pubbliche, Sottrazione, appropriazione indebita, o altro uso illecito di beni da parte di un pubblico ufficiale, arricchimento illecito ecc. – nella misura in cui si pone come uno strumento giuridicamente vincolante a livello internazionale per tutti gli aderenti.
Purtroppo dopo sei anni oltre un terzo dei paesi membri non l’ha ancora adottata. Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia, che era rimasto l’ultimo paese della UE a non averlo fatto, si è messa al passo solo lo scorso 29 luglio, quando il Parlamento – prima di chiudere i battenti per la pausa estiva – ha approvato la legge di ratifica dopo un tira e molla durato tre legislature. La corruzione è un fenomeno paurosamente aumentato nell’ultimo decennio.
Enormi sono i danni che causa alle popolazioni, specialmente più povere, impossessandosi di risorse che possono essere destinate a investimenti sociali: recenti studi della Banca Mondiale dimostrano che, dove la corruzione è più alta, minori sono gli investimenti in settori vitali come la sanità e l’istruzione.
La corruzione danneggia la coesione sociale perché inquina ogni rapporto tra persone e comunità, alimenta traffici e attività illegali, ingenera nei cittadini onesti un senso di frustrazione e di impotenza. Viola i diritti umani perché, indebolendo gli apparati statali e la pubblica amministrazione, lascia i cittadini abbandonati a se stessi, privandoli della possibilità di godere di diritti civili come le pari opportunità e un equo trattamento davanti alla legge. Infine, la corruzione rallenta lo sviluppo perché scoraggia gli investitori più corretti ed efficienti. Per tutti questi motivi, la Fondazione Culturale Responsabilità Etica ha ritenuto opportuno firmare l’appello che scade il 20 agosto e che può essere letto integralmente sul sito sopra indicato.

Articolo di Sabina Siniscalchi su Eticamente: persona, economia, finanza, Settembre 2009

La microfinanza va in Error104

  |   By  |  0 Comments

“Tempo fa un cittadino fece un curioso esperimento che ebbe molto successo su Internet. Divise il denaro destinato al piano del governo statunitense per salvare le banche dalla crisi finanziaria mondiale – circa 700 miliardi di dollari – per gli abitanti del pianeta. Il risultato fu strabiliante: 104 milioni di dollari per ciascuno!!! La stampa internazionale diffuse la notizia, salvo accorgersi, con notevole ritardo, che l’esperimento recava con sé un grave errore. Il risultato della divisione in realtà era 104 dollari per ciascun abitante del pianeta! Seguirono polemiche accese sull’errore di calcolo, ma non un solo commento fu rivolto come si sarebbero potuti utilizzare quei 104 dollari…”.
È partita da qui, con uno spot molto divertente, la campagna internazionale Error104, appunto, che mira a sensibilizzare i risparmiatori europei sui temi della finanza etica, della microfinanza e della finanza etica per lo sviluppo. Grazie a un complesso sistema di azioni e di studi, finanziati dal progetto Save for good della Comunità Europea e coordinati in Italia dalla ong Ucodep, Error104 vuole far arrivare alle persone la consapevolezza che ciascuno è in grado di impiegare diversamente e responsabilmente il proprio denaro, che esistono gli strumenti e le competenze a portata di mano. Basta volerlo. Per questo sono state realizzate alcune videointerviste (tra cui una alla nota economista americana Saskia Sassen) nonché diversi documenti scientifici e divulgativi, tutti visibili e scaricabili dalla rete (sul social network equosolidale Zoes ma anche su Facebook e Youtube). Non è finita qui, però. Nel tentativo di rendere concetti di finanza etica, microfinanza e microcredito più vicini alla pratica bancaria di ogni giorno, per Error104 è stata scritta la Guida per risparmiatori: come investire per lo sviluppo nei Paesi del Sud del mondo, in distribuzione gratuita sia su carta che in formato elettronico, dove esiste un intero capitolo di Suggerimenti per diventare un risparmiatore eticamente responsabile. E per chi vuole fare un passo ancora più in là, c’è l’educational tool kit sulla finanza etica e solidale. Nato come percorso multimediale specifico per gli operatori sul territorio e sviluppato in collaborazione fra il consorzio Ctm Altromercato e la Fondazione Culturale Responsabilità Etica (due dei partner principali di Save for good), l’educational tool kit si rivela un efficace strumento di approfondimento anche per i risparmiatori più attenti: è infatti un documento interattivo, navigabile come un sito Web, capace di dare informazioni tecniche e di contesto utili a chiunque creda nelle opportunità offerte da un uso differente e consapevole del denaro, da impiegarsi in favore di uno sviluppo globale più equo e sostenibile.