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Azionariato critico: i danni di Eni ed Enel nel sud del mondo

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Dall’America Latina, al Canada all’Africa, sono tanti e trasversali i casi di violazione ambientale e dei diritti umani che coinvolgono imprese criticate per politiche di sviluppo industriale gravemente dannose per l’ambiente e per la salute delle comunità interessate dall’installazione degli impianti di produzione. Tra queste vi sono le grandi aziende italiane Eni ed Enel, quotate in borsa e partecipate dallo Stato e tema del convegno “L’azionariato critico e gli investimenti italiani nel sud del mondo” tenutosi il 26 aprile 2010 a Milano, organizzato dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica onlus, Valori, CRBM, Greenpeace, Banktrack e Friends of the Earth Europe.

Dialogare con le imprese e con gli stakeholders rafforzando e rappresentando nelle assemblee le istanze di quei livelli più bassi che altrimenti non avrebbero voce.

Ne hanno parlato nel corso del convegno i rappresentanti di alcuni organismi di controllo e monitoraggio sulle questioni ambientali che hanno presentato casi esemplari di violazione come quello dello sfruttamento delle sabbie bituminose in Canada da parte di Bp e Shell. James Marriot, portavoce della Platform UK, organizzazione internazionale per i diritti umani, ha raccontato dell’attività sui fondi pensione, del coinvolgimento degli azionisti inglesi a cui l’organizzazione sta chiedendo di non vendere le azioni delle società, ma di usarle per partecipare alle assemblee e fare domande critiche sui gravissimi impatti di Shell e BP sull’ambiente canadese.

Per quanto riguarda gli investimenti italiani nel sud del mondo sono stati presentati i casi di violazione che vedono coinvolti Eni ed Enel. Elena Gerebizza di Crbm (Campagna per la Riforma della Banca Mondiale) ha segnalato i gravi impatti ambientali che la società petrolifera Eni sta provocando in Kazakhstan e in Congo, dove Eni progetta di sfruttare un giacimento di sabbie bituminose sradicando una porzione di foresta pluviale.
Juan Pablo Orrego, responsabile del movimento Patagonia sin represas, per la difesa della biodiversità della zona dell’Aysen,è intervenuto sugli investimenti di Enel nella Patagonia cilena dove l’azienda italiana è coinvolta in un progetto di costruzione di quattro grandi dighe sul fiume Bio Bio, in una delle zone più incontaminate della terra, mentre Andrea Lepore di Greenpeace ha posto l’attenzione sugli scarsi investimenti della società elettrica italiana nelle “nuove” rinnovabili, come eolico e solare.

Voce comune dei relatori è la necessità di coinvolgere i vari attori sociali e politici – dai sindacati alle università, dai movimenti all’opinione pubblica – e di costruire canali di comunicazione e informazione internazionali così come internazionale è il raggio di azione delle imprese e gli interessi degli azionisti come già si sta cercando di fare in occasione della prossima assemblea di Enel del 29 Aprile, in cui sarà realizzata un’azione congiunta a livello internazionale: i Missionari Oblati di Washington DC, contattati dalla Fondazione, metteranno a disposizione le proprie azioni di Enel per delegare alcuni rappresentanti del movimento cileno Patagonia sin ripresas (Patagonia senza dighe) che interverranno davanti al consiglio di amministrazione della società italiana per difendere la biodiversità dell’Aysen.

Il seminario è stato chiuso dal presidente della Fondazione Culturale Ugo Biggeri, che interverrà, sempre il 29 aprile, all’assemblea degli azionisti di Eni. «Il coinvolgimento di Eni in gravi casi di corruzione in Nigeria e Kazakhstan sta creando problemi di carattere economico», ha spiegato Biggeri. «Eni ha accantonato 250 milioni di euro per pagare eventuali sanzioni che saranno comminate dalle autorità giudiziarie USA. Altre risorse potrebbero essere necessarie per chiudere analoghi contenziosi in Italia, dove sono in corso inchieste da parte del Tribunale di Milano. La corruzione non è solo un problema etico, ma anche economico. È quello che cercheremo di spiegare giovedì prossimo agli azionisti di Eni e agli amministratori».

 

[Foto di Mariano Mantel]

Il Bando a sostegno dell’economia sociale 2009 premia la sperimentazione e la ricerca

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Il 26 febbraio 2010 Il consiglio di indirizzo della Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus ha deliberato l’assegnazione dei fondi del Bando 2010 a sostegno dell’economia sociale nelle seguenti aree: sperimentazione e ricerca.

Area Sperimentazione

Biorekk associazione di promozione sociale

Titolo del progetto “Apprezziamolo: verso un prezzo giusto”

Il progetto nasce con la finalità di sperimentare e diffondere nuove pratiche economiche, valorizzando le produzioni locali e introducendo criteri ecologici ed etici e la promozione di stili di vita sostenibile.

Importo deliberato euro 9.000

www.biorekk.org

La Bottega Solidale scs fioregiusto

Titolo del progetto “Fiore Giusto – per una responsabilità sociale e ambientale delle imprese floricole”.

Il progetto intende sollecitare le imprese floricole a una maggiore responsabilità sociale sia nei confronti dei diritti dei lavoratori che del rispetto dell’ambiente. Si prevede il sostegno delle imprese che intendono aderire al progetto “Fiore Giusto” con attività di formazione e informazione, promozione e realizzazione di un sito web.

Importo deliberato euro 12.000

www.bottegasolidale.it

isnetIsnet associazione Culturale

Titolo del progetto “Spesa utile: un sistema per il risparmio la solidarietà il sostegno”.

Il progetto “Spesa utile” nasce con l’obiettivo di promuovere, gestire e sviluppare in maniera innovativa il rapporto tra produttori e consumatori, coinvolgendo unità d’ordine (parrocchie, centri sportivi, imprese) e cooperative sociali di inserimento lavorativo per offrire, coinvolgendo,vantaggi economici e solidarietà.

Importo deliberato euro 20.000.

www.impresasociale.net

Area Ricerca

Sport 4 Society associazione sportivasport4society

Titolo del progetto “Il bello dello sport (responsabilità sociale nel mondo sportivo)”.

Sviluppare una consapevolezza diffusa tra le organizzazioni sportive italiane a tutti i livelli perchè includano la responsabilità sociale d’impresa nelle proprie strategie operative e buone prassi per garantire il rispetto dei diritti umani, sobrietà e convivenza sociale.

Importo deliberato euro 15.000.

www.sport4society.org

rees_marcheRees Marche associazione

Titolo del progetto “Le Economie Solidali nelle Marche:situazione attuale e scenari evolutivi”.

La ricerca si pone l’obiettivo di mettere in evidenza l’importanza delle reti solidali ed economiche come risposta ai limiti del modello sociale di sviluppo basato sull’idea di crescita e di consumo massificato.

Importo deliberato euro 20.000

www.resmarche.it

Novità dall’Azionariato Critico!

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Incroci pericolosi

Le attività di ricerca e di monitoraggio riguardanti le strategie d’investimento di Eni ed Enel proseguono di buon passo, in attesa delle prossime date d’incontro dell’Assemblea Azionisti delle due aziende italiane, protagoniste indiscusse del settore energetico-petrolifero.
Dal 2008, lo ricordiamo, la Fondazione Culturale Responsabilità Etica onlus con Greenpeace e Campagna per la riforma della Banca Mondiale porta avanti l’attività di azionariato critico e ancora ad oggi questo risulta essere l’unico caso in Italia, benché sia una pratica molto diffusa nei paesi anglosassoni.

Sulle novità dall’azionariato critico che provengono da questi paesi e sulle controversie ambientali e sociali in cui sono coinvolte Eni ed Enel si concentra quindi la nostra attenzione e ne diamo in queste pagine alcuni aggiornamenti in pillole!

 

[Foto di Ferruccio Zanone]

Il Forum di Davos 2010: sfilata di banchieri o piattaforma anti-crisi?

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a cura di Mauro Meggiolaro

“Ricostruire l’economia su principi solidi”. È questo il titolo del comunicato stampa che, il 31 gennaio, ha accompagnato la chiusura del 40° World Economic Forum di Davos.
I partecipanti hanno riconosciuto che «la ripresa globale è fragile» e che «è arrivato il momento di ripensare ai valori ora che il mondo sta tornando alla prosperità economica: tutti i paesi dovrebbero trovare nuove vie per lo sviluppo sostenibile e la creazione di posti di lavoro».
La crisi economica e ambientale «è globale, perché tutti i paesi sono interdipendenti», ha sottolineato Josef Ackermann, amministratore delegato di Deutsche Bank, mentre Lawrence Summers, direttore dell’US National Economic Council presso la Casa Bianca, ha aggiunto che siamo di fronte a una «ripresa statistica, ma a una recessione umana». Il comunicato finale ha indicato come “azioni concrete” di Davos una serie di iniziative di beneficenza lanciate in grande stile, approfittando della vetrina internazionale offerta dal Forum. Il fondatore di Microsoft Bill Gates ha annunciato che la sua fondazione (Bill and Melinda Gates Foundation), ha messo a disposizione 10 miliardi di dollari per vaccinare più di 8 milioni di bambini nei prossimi dieci anni, mentre l’ex-presidente USA Bill Clinton ha lanciato un’iniziativa congiunta che coinvolgerà il World Economic Forum, la Clinton Global Initiative e le Nazioni Unite in un’operazione di sostegno alla ricostruzione di Haiti.
Tra i leader politici che ne hanno approfittato per riportare l’attenzione sulla crisi, si segnalano il primo ministro canadese Stephen Harper e i presidenti di Corea del Sud, Messico e Francia, che hanno presentato i propri programmi per «prevenire future crisi e promuovere la sostenibilità e una crescita basata sui principi».

Nuove regole in primavera?

Nel corso della sessione del 30 gennaio dedicata all’agenda legislativa USA, alcuni deputati e senatori del Congresso degli Stati Uniti hanno annunciato che l’amministrazione Obama sarebbe pronta ad approvare nuove leggi, molto stringenti, per regolare i mercati finanziari entro la primavera del 2010. Più improbabile sembra invece l’introduzione di un tetto alle emissioni di Co2 negli Stati Uniti, anche se ci si attende un “pacchetto clima” entro la fine dell’anno.
Le proposte di riforma della finanza presentate a Davos si sono tuttavia fermate alla superficie. I proclami del presidente francese Sarkozy e del presidente della Banca Centrale Europea Trichet non si sono spinti oltre le dichiarazioni di rito. Sarkozy si è augurato «un’economia al servizio dell’uomo», senza però spiegare come sarà riattivato il credito alle imprese, mentre Trichet ha chiesto «regole migliori, e non un maggior numero di regole», anche se non ha spiegato in cosa consisteranno le nuove regole, né chi le stia preparando o a che punto sia il dibattito in Europa, Usa e Asia.

Il 27 gennaio, all’inizio del Forum, è stato dato ampio spazio a un panel di economisti e banchieri che hanno criticato le autorità di regolamentazione dei mercati, perché si starebbero concentrando su «problemi periferici, come i bonus dei banchieri», invece di «occuparsi di temi importanti come la trasparenza e la gestione dei rischi». «Siamo in pericolo perché si stanno attaccando i problemi più visibili, invece che iniziare a fare ciò che è necessario», ha dichiarato il prof. Raghuram G. Rajan dell’Università di Chicago. Altri esperti hanno parlato dei rischi che potrebbe comportare «un’eccessiva regolamentazione», mentre il prof. Nouriel Roubini ha indicato che «la strada percorsa dall’amministrazione Obama è corretta e si dimostrerà efficace: le banche che sono “troppo grandi per fallire” dovrebbero essere smembrate». Le proposte di Obama, comunicate il 21 gennaio scorso, includono anche limiti agli investimenti da parte delle banche in fondi hedge o in private-equity altamente speculativi.

Bill Gates: l’Italia è avara con i poveri

Poco prima di partire per Davos, Bill Gates ha pubblicato la lettera annuale della Bill and Melinda Gates Foundation, un documento di 18 pagine che analizza la situazione dei paesi poveri, focalizzando l’attenzione sulla mortalità infantile, le epidemie, l’educazione e l’agricoltura. Nella lettera non sono mancate le critiche all’Italia che, nel 2009, è stato il paese che ha destinato meno aiuti, in proporzione al PIL, ai paesi poveri. Nel 2008 l’Italia ha donato lo 0,21% del PIL, classificandosi al quartultimo posto, prima di Grecia, Giappone e Stati Uniti. Ma le statistiche 2009, che saranno pubblicate nella primavera del 2010, «terranno conto dei drastici tagli decisi dal governo Berlusconi». L’Italia è l’unico paese della Comunità internazionale ad avere cancellato aiuti allo sviluppo nel 2009. Da sempre la percentuale italiana di aiuti allo sviluppo (sul PIL) si colloca sotto la media dei paesi industrializzati (0,45%) ed è molto lontana dall’obiettivo dello 0,7% fissato dalle Nazioni Unite negli anni settanta. Obiettivo che, per ora, hanno raggiunto solo Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda e Lussemburgo.
Per scaricare la lettera di Bill Gates clicca qui.

“Hopenhagen”: 15° conferenza mondiale sui cambiamenti climatici

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Testimonianza di Dario Brollo
per la Fondazione Culturale Responsabilità Etica

I giorni della cosiddetta COP15, l’attesissima 15° conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, la città di Copenhagen decide di cambiare nome grazie a un felice gioco di parole che, da ‘porto dei mercanti’, la fa diventare ‘porto della speranza‘.
Nei fatti però, alla maggior parte dei partecipanti, agli osservatori, agli attenti lettori e a quanti, a vario titolo, si interessano di tematiche ambientali, risulta che l’enorme dispendio di energie, la travolgente partecipazione di capi di stato e di governo di 120 paesi del globo, il popolo dei 45.000 accreditati alla conferenza ufficiale abbiano prodotto un risultato molto inferiore alle aspettative e, sicuramente, insufficiente per rispondere in modo significativo all’autorevole allarme di costante surriscaldamento globale dell’IPCC (International Panel on Climate Change, delle Nazioni Unite).

Alcuni dati

I paesi hanno risposto in maniera disorganica; da una parte la virtuosa Unione Europea, dall’altra l’asse strategico/opportunistico USA-Cina-India con la coda di molti paesi poveri; nel mezzo stati vasti ma poco significativi sulla scena mondiale.
Le ONG sono, di fatto, state tagliate fuori dalla conferenza ufficiale.
Gli accordi raggiunti non sono vincolanti e sono molto inferiori alle reali necessità.

Tutto questo potrebbe bastarmi per esprimere, con cinismo e disillusione, che la conferenza ha fallito e che il futuro di fronte a noi comincia ad essere realmente fosco. Però, nonostante questi inequivocabili segni negativi, non posso non gioire per una cosa, a mio modo di vedere, non marginale: nessun altro vertice al mondo ha avuto una così alta attenzione e tensione mondiale; per la prima volta decisioni di interesse globale sono state prese sotto gli occhi consapevoli e giudici di una larga fetta di mondo e non è stato possibile arrivare agli accordi senza fare i conti e confrontarsi, con l’opinione pubblica globale. I potenti e le lobby non hanno potuto fare quello che volevano; il compromesso raggiunto è stato frutto di questo. Inoltre, fatto più importante di tutti, il tema della tutela dell’ambiente e della sua conservazione per le generazioni future è divenuto patrimonio dell’umanità e gli eco-scettici hanno trovato muri di gomma. Centinaia di migliaia sono state le mobilitazioni, le campagne on-line, le manifestazioni, le iniziative, le pressioni per sostenere un coraggioso accordo di Copenhagen; l’accordo c’è stato ma non coraggioso; ora spetta al prossimo incontro di Bonn di metà 2010 continuare con impegno il percorso intrapreso e alla società civile vigilare e agire senza paura.

Perciò, forse inaspettatamente, Hopenaghen ha davvero svolto il ruolo di custode della speranza di un futuro (prossimo) accordo che superi i particolari interessi a vantaggio di quello di tutti.

 

[Foto di AusSMC]

Dare un futuro al credito

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Lo scorso 3 dicembre 2009 è stato presentato a Roma il primo anno di attività di ricerca e monitoraggio dell’Osservatorio sui fenomeni connessi all’impatto del costo del credito sulle condizioni economiche delle famiglie italiane: un supporto informativo su base regionale, capace di porre sotto osservazione le reali capacità di accesso al credito bancario per l’acquisto dell’abitazione.

Giovedì 3 dicembre 2009, si è tenuta a Roma la presentazione del primo anno di attività dell’Osservatorio Regionale su costo del credito, promosso da Caritas Italiana e Fondazione Culturale Responsabilità Etica in collaborazione con Centro culturale Francesco Luigi Ferrari.

L’ORCC vuole essere un supporto informativo su base regionale, capace di porre sotto osservazione i principali fenomeni connessi all’impatto del costo del credito sulle condizioni economiche delle famiglie italiane, con particolare riferimento alle reali capacità di accesso al credito bancario per l’acquisto dell’abitazione. Il tema del costo del credito assume una particolare rilevanza nell’attuale contesto contrassegnato da una profonda crisi economica e finanziaria internazionale, che non ha mancato di trasmettere i suoi effetti negativi sull’economia reale come l’incremento dei tassi di interesse sulle condizioni economiche delle famiglie e sul loro potere d’acquisto. L’indebitamento derivante dai mutui per l’acquisto della casa e il credito al consumo stanno gravemente danneggiato una larga parte della popolazione, in particolare anziani e lavoratori precari, che si trovano ad affrontare un futuro incerto e senza garanzie.

Sulla base di queste considerazioni, l’ORCC assume una funzione importante, sia come strumento di conoscenza e interpretazione dell’impatto del costo del credito sulle condizioni economiche delle famiglie, sia come supporto per il monitoraggio degli effetti della crisi in atto.

Invito e Programma

Il Report:
Osservatorio Regionale sul costo del credito O.R.C.C. (integrale)
Osservatorio Regionale sul costo del credito (sintesi)

Sul tema del costo del Credito sono intervenute anche
Prof.ssa Veronica Polin, Università degli studi di Verona
Prof.ssa Maria Laura Ruiz, Università degli studi di Pisa
Prof.ssa Benedetta Giovanola, Università degli Studi di Macerata

 

No alla gestione privatistica dell’acqua

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Mercoledì 18 novembre la Camera dei Deputati ha approvato con voto di fiducia il decreto 135/09 (Decreto Ronchi) che, per dirla con le parole del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, “regala l’acqua potabile ai privati sottraendola ai cittadini per consegnarla, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business”.
Falliti i tentativi di bloccare l’approvazione del provvedimento, da più parti ora si lanciano iniziative di mobilitazione per contrastare l’applicazione concerta della legge.
Banca Etica è a fianco dei movimenti e delle associazioni che chiedono di preservare il diritto all’acqua che deve restare accessibile a tutti ed essere sottratta alle pure logiche del profitto e della speculazione.

Leggi il position paper di Banca Popolare Etica sulla questione della gestione privatistica dell’acqua.

Approfondimenti

“Social innovation for a better World in our time”

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La Fondazione interviene il giorno 8 ottobre alla conferenza “Social Innovation for a Better World in Our Time” organizzata dalla Fondazione Mondo Digitale in partnership con Aiccon. All’incontro partecipa, per la Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Andrea Baranes con un intervento sulle attività di Azionariato Critico.

Galleria Fotografica | Audio degli interventi | Presentazioni 

Ancora un appuntamento con

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Festival Creatività 2009

ZOES.it sarà presente al Festival della Creatività 2009, l’appuntamento promosso dalla Fondazione Sistema Toscana che si tiene presso la Fortezza da Basso di Firenze dal 15 al 18 ottobre.

Vieni a trovarci allo stand, all’ingresso del Padiglione Spadolini, con tante iniziative interessanti e la possibilità di incontrare staff e abitanti della Zona Equosostenibile!

 

[Foto di Pietro & Silvia]